I numeri, anzi, i nomi prima di tutto, riaccendono la rabbia. Ieri era Klodiana Vefa, giovane madre di Castelfiorentino assassinata per strada dall’ex marito. Oggi è Giulia Cecchettin, laureanda con un futuro tutto da scrivere. E poi a chi toccherà? Siamo alla vittima 105 in undici mesi appena, un bollettino di guerra: 82 donne uccise in ambito familiare o affettivo, 53 delle quali hanno perso la vita per mano del partner o dell’ex, due in più rispetto al 2022 nello stesso periodo. L’elenco delle storie, delle vite delle donne uccise da chi diceva di amarle è in continuo, tragico, aggiornamento. Una catena di sangue che trova triste conferma nei numeri registrati dal Centro Aiuto Donna Lilith delle Pubbliche Assistenze Riunite di Empoli. In media, da gennaio a novembre, allo sportello antiviolenza è pervenuta una nuova richiesta di aiuto ogni due giorni.
Dietro gli accessi, la disperazione di donne violate, offese, denigrate, picchiate, abusate da chi professa un amore che in realtà è controllo, oppressione, dominio. La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, fissata al 25 novembre, è alle porte: un momento per riflettere e rinnovare l’impegno nella sensibilizzazione verso la comunità locale. Il Centro Lilith, nato nel 2002 è un punto di riferimento cruciale per le donne in difficoltà a causa di violenza psicologica, economica, fisica, sessuale e stalking. Non è solo uno spazio fisico, ma un luogo di ascolto, di relazione e di aiuto. Nell’Empolese-Valdelsa e Valdarno Inferiore, il Centro dispone di 13 sportelli satellite (l’ultimo sarà inaugurato a Montaione domenica in collaborazione con Auser). I dati anche se parziali (aggiornati al 15 novembre), a conferma di quanto stia accadendo a livello nazionale, sono allarmanti. E addirittura oltrepassano l’andamento del 2022.
Hanno infatti fatto accesso per la prima volta al Centro Lilith 161 nuove donne (151 nel 2022) e sono stati svolti 911 colloqui di ascolto telefonico rispetto agli 865 dello scorso anno. Sono state ospitate 27 donne e 17 bambini in emergenza, 35 donne e 31 minori in protezione all’interno delle sei case rifugio, 16 donne e 15 figli nelle strutture di seconda accoglienza. Lo scorso anno sono stati 1012 i colloqui di sostegno psicologico, 121 quelli di assistenza legale, 85 di orientamento al lavoro e 97 di orientamento all’autonomia. Ben 1314 sono stati focalizzati sull’assistenza ai minori. "Il problema è diffuso, ma spesso silenzioso - dichiara la presidente di Lilith Eleonora Gallerini (nella foto sopra) - Il nostro Centro si impegna ogni giorno a romperlo questo silenzio. Negli ultimi anni abbiamo osservato un aumento di gravità delle situazioni di violenza. Tant’è che nell’ultimo anno siamo passati da tre a sei case rifugio: abbiamo raddoppiato le capacità di accoglienza, perché abbiamo visto che è aumentata la necessità da parte di donne bisognose di sicurezza. Nel nostro territorio la rete funziona, la rete lavora principalmente sulla prevenzione. Il caso di Giulia Cecchettin smuove le coscienze perché ci mette di fronte al fatto che la violenza può colpire anche una giovanissima, che aveva progetti di vita realizzabili nell’immediato. Si pensa poco a quanto tutte le fasce d’età siano coinvolte. Ma sono tante le ragazze che denunciano atteggiamenti sbagliati".