REDAZIONE EMPOLI

È allarme per il disagio giovanile: "Ragazzo seguito dai servizi sociali. Ma intervenire ora è più difficile"

La presidente della SdS risponde alle parole del legale della famiglia del 17enne ucciso a Campi. Giannì: "Dobbiamo riflettere se i procedimenti attuali siano ancora corretti e al passo con i tempi".

Cresce il disagio giovanile nella comunità che va di pari passo. al problema sicurezza foto d’archivio

Cresce il disagio giovanile nella comunità che va di pari passo. al problema sicurezza foto d’archivio

CERTALDO

"Era una ragazzo che aveva delle criticità, in parte per motivi di salute, in parte per questioni di dipendenza, e perciò già nel giugno 2024 il tribunale dei Minori di Firenze aveva indicato alle autorità socio-sanitarie competenti, fra cui la Società della Salute dell’area Empolese, di farlo inserire in una idonea struttura terapeutica. Ma tale cosa non è successa, non è stata fatta. Ci chiediamo quanti altri ragazzi si trovano nelle medesime condizioni di Maati, lasciati soli come lui". Lo spiega l’avvocato Filippo Ciampolini, legale della famiglia del 17enne.

Alle parole dell’avvocato risponde la presidente della Società della Salute Empolese Valdarno Valdelsa e il sindaco di Castelfiorentino, Francesca Giannì. "Da quanto ho potuto apprendere da un confronto con gli uffici della Asl il ragazzo era seguito dai servizi sociali e anche di recente c’erano state delle attività con il minore" esordisce Giannì. La presidente della SdS, appresa la tragica notizia, ha cercato di ricostruire la storia del 17enne in carico ai servizi sociali per capire se ci fossero state delle falle nella rete o se qualcosa, nello specifico caso, avesse funzionato. "La vicenda, che ho avuto modo di approfondire in queste ore con gli uffici, anche al fine di avere i necessari chiarimenti dai servizi sociali e dai servizi sanitari della Asl, riporta l’attenzione della comunità sulla sicurezza delle nostre città, sul disagio socio-familiare, giovanile, temi sui quali si confrontano e lavorano ogni giorno i tanti operatori delle istituzioni. Sicuramente – sottolinea Giannì – quando ci troviamo di fronte a casi di estremo bisogno è necessario riflettere se i procedimenti in essere sono ancora corretti e al passo con i tempi. È questa una verifica che deve essere fatta per cercare di dare risposte ad una società sempre più complessa".

Il disagio giovanile ha molte più sfaccettature rispetto al passato. "La platea è complicatissima – spiega ancora la presidente della SdS – Spesso non ci troviamo più davanti a un singolo disagio ma a tanti disagi che si sommano. Il team dei nostri servizi sociali è preparato, formato e costantemente aggiornato. Inoltre è stato recentemente aumentato nel numero di unità. L’obiettivo è arrivare ad avere un operatore ogni 6.500 abitanti, che è il leps previsto dal sistema sanitario nazionale".

Per Giannì bisogna lavorare molto sull’attività preventiva. "Bisogna riuscire ad intercettare i bisogni e prevenirli, perché poi curare la patologia è più difficile. Adesso però è il momento del rispetto per la famiglia di Maati. A cui tutti noi manifestiamo non solo le condoglianze ma anche e soprattutto ogni disponibilità a un percorso di affiancamento e vicinanza. Come Società della Salute esprimiamo grande fiducia nelle forze dell’ordine e nel sistema giudiziario affinché possa essere fatta luce e giustizia su quanto accaduto".

Irene Puccioni