
Briscola, tresette e la ‘bella’ a scopa. O viceversa. E a seconda del gioco, la ‘regina’ conta nove e il gobbo otto. Inutile mettersi a discutere, ogni circolo ha le sue regole, ma se da qualche mese a questa parte le ’40 amiche’ erano rimaste chiuse in un cassetto, da ieri il gioco delle carte non è più vietato. Si può quindi tornare a sedersi intorno a un tavolo, rigorosamente in quattro, per riprendere quelle partite interrotte alla fine di febbraio, quando il Covid 19 iniziava a mietere le sue prime vittime anche in Italia e alcuni bar del Nord furono indicati come l’origine di certi focolai.
Oggi, con la curva quasi a zero e i ricoveri ospedalieri ridotti al minimo, un’ordinanza della regione Toscana torna a consentire, tra le altre cose, uno dei passatempi più apprezzati nei bar e circoli Arci del territorio, una prerogativa non soltanto degli anziani, ma anche dei giovani che di sera, per sfuggire alla canicola, sono soliti ingannare la noia giocando a carte. Era uno degli ultimi baluardi anti contagio che ancora resisteva, perché quei piccoli rettangoli di cartone, passando di mano in mano, sono potenzialmente molto pericolosi. Però è anche vero che sul nostro territorio, e più in generale all’interno della regione, i casi sono ridotti al minimo da settimane e quindi, con un pizzico di attenzione, si può tornare anche a giocare a carte, rigorosamente ‘litigando’ per una briscola giocata nel momento sbagliato o una scopa persa in malo modo.
"Per i nostri circoli – spiega la presidente Arci dell’Empolese Valdelsa, Chiara Salvadori – è sicuramente un’importante conquista. Non è un mistero che le carte siano uno dei passatempi preferiti, specialmente dai più anziani. Sono un’occasione di socialità ed effettivamente ne sentivamo la mancanza. Piano piano stiamo tornando alla normalità, anche se purtroppo non siamo ancora nella situazione che vorremmo e le difficoltà, purtroppo, non mancano".
Eh già, perché accanto alle carte e a giochi come la tombola (che era già ripresa da qualche settimana) le Case del Popolo restano costrette a rinunciare ad alcune attività che oltre a svolgere un’importante funzione sociale servivano a far cassa per fronteggiare le spese. "Che purtroppo ci sono e mettono in difficoltà i nostri circoli. Il fatto di non poter riprendere ancora la piena attività – prosegue Salvadori – ci sta causando diversi problemi. Anche ciò che è ripreso non è ancora tornato a ritmi normali. E’ un po’ la stessa situazione che vivono bar e ristoranti: hanno riaperto, ma con queste regole non è semplice far quadrare i conti". Intanto però giornali e carte sono tornati, il che non è assolutamente poco se pensiamo che l’ultimo asso di briscola prima di ieri era stato calato ai primi di marzo.
T. C.© RIPRODUZIONE RISERVATA