È scomparso Salvemini. Allenatore dell’Empoli della prima "mitica" promozione in serie A

Cordoglio in tutto il mondo dello sport per la morte di Gaetano. Il presidente del club Fabrizio Corsi: "Era una persona straordinaria. Un personaggio che ha scritto la storia di questa società in più vesti".

È scomparso Salvemini. Allenatore dell’Empoli della prima "mitica" promozione in serie A

Salvemini (al centro) col direttore sportivo Bini e alcuni ex giocatori dell’Empoli

Ieri all’età di 82 anni si è spento a Reggio Emilia, dove viveva, Gaetano Salvemini. Un lutto per tutto il mondo del calcio, aveva allenato Bari, Reggina, Spal, Casertana, Ternana, Genoa, Palermo, Cesena, Lucchese, Monza e l’Empoli. La notizia della sua scomparsa ha suscitato sincero dolore in città. Nato a Molfetta nel gennaio del 1942, Salvemini ha infatti scritto pagine importanti della storia del club azzurro. Regista avanzato dai piedi buoni, arrivò a Empoli come calciatore nel 1970 e vi chiuse la carriera nel 1977 dopo 124 gare e 35 gol, conquistando la promozione in C1 del 1978. Una volta smessi gli scarpini, iniziò subito il percorso da allenatore guidando l’Empoli a due salvezze in C1, prima di chiudere al quinto posto nel campionato 1980-‘81. Dopo quattro stagioni lontano dal Castellani, tornò nell’estate del 1985 conquistando la prima storica promozione in A e la successiva salvezza nella massima serie, battendo all’esordio niente meno che l’Inter di Trapattoni. Quell’Empoli non prese gol in casa dal 9 novembre 1986 al 26 aprile 1987 nonostante calcassero i campi di gioco campioni quali Maradona, Platini, Rumenigge, Baggio, Altobelli, Vialli. Tecnico sapiente, Salvemini viene ricordato soprattutto come una persona equilibrata e pacata. Un vero gentiluomo del calcio.

"C’è grande dolore per la scomparsa di una persona straordinaria – lo ricorda il presidente azzurro Fabrizio Corsi –. A Gaetano mi legano moltissimi ricordi, sia da calciatore sia da allenatore, ma anche e soprattutto di vita comune. Ho nella mente tante piccole imprese sui campi della Serie C negli anni Settanta, gare e campionati che, seppure giocati in palcoscenici diversi da quelli che viviamo oggi, io, come numerosi sportivi empolesi che hanno vissuto quei periodi, non posso dimenticare e ricordo sempre con grande piacere. Calciatore straordinario, allenatore che ci ha guidato nella prima storica Serie A dell’Empoli, ma soprattutto, e ci tengo a sottolinearlo, un signore nel vero senso della parola, dalla spiccata personalità e dai contenuti umani incredibili che non lasciava indifferenti. Un personaggio che ha scritto la storia di questa società in più vesti, che saluto e salutiamo con grande affetto e commozione per quanto fatto con i nostri colori". E non potevamo ricordarlo che con estrema commozione i componenti di quell’Empoli, da Drago a Della Scala, Cecconi, Casaroli, Della Monica e capitan Andrea Salvadori, che racconta un aneddoto per far capire il clima di amicizia e rapporto diretto che si viveva nello spogliatoio. "Dopo aver vinto 1-0 in casa in Coppa Italia contro il Milan, io e Cecconi, che aveva deciso la gara nel finale, decidemmo di andare al pub a berci una birra e il giorno dopo prima dell’allenamento Gaetano entrò tutto arrabbiato nello spogliatoio perché gli avevano riferito che alcuni di noi sarebbero stati visti in un night a Montecatini – ricorda Salvadori – così io, in quanto capitano, per stemperare la situazione gli dissi che se ci diceva chi erano stati, potevamo far loro una multa e chiuderla lì. Lui mi guardò e disse ’Te e te’, indicando me e Cecconi. Qualcuno aveva evidentemente ingigantito la nostra presenza al pub e finì che ci mettemmo tutti a ridire".

Simone Cioni