REDAZIONE EMPOLI

"Ecco la scuola che vogliamo" Al Pontormo gli studenti in cattedra

Due giornate in autogestione, per conoscere gli indirizzi universitari ma anche il mondo del volontariato

Suona la campanella al Liceo Pontormo, ma in cattedra non salgono i professori. Niente storia, matematica, fisica, italiano. A diventare argomento di discussione nelle aule sono gli interessi e le passioni degli studenti. Il mese di gennaio, tempo di bilanci con la chiusura del quadrimestre, si è concluso allo storico liceo empolese con "Le giornate dello studente". Le ore scolastiche del 30 e 31 gennaio sono state sottratte alla normale didattica e dedicate a workshop studiati dagli studenti per gli studenti. "Abbiamo deciso di sperimentare una modalità di apprendimento diversa, tra pari – spiega Giuseppe Izzo, uno dei quattro rappresentanti d’Istituto – gli studenti hanno assunto il ruolo di ’professori’ guidando lezioni su diversi argomenti. Sono numerosi i temi affrontati, dalle tecniche di memorizzazione, alle lezioni di musica, fino a dibattiti su argomenti di attualità. In alcuni casi abbiamo invitato degli esterni, come gli operatori della Misericordia o i rappresentanti delle università, che hanno illustrato alle classi quarte e quinte i diversi indirizzi". Storie di vita, quelle degli ospiti e degli allievi, che si sono incrociate con l’intento di condividere e imparare.

A partire dalle 8.30, dopo aver fatto l’appello, ogni due ore una nuova attività, fino alle 13, orario di uscita. Spostandosi tra le varie classi del plesso di via Sanzio, i ragazzi dello scientifico, delle scienze umane, delle scienze applicate e dell’economico sociale si sono riuniti per mettersi in comune, abbattendo quelle barriere, anche fisiche, che spesso li separano. Non era certo la prima volta che al Pontormo veniva sperimentato un metodo simile, interrotto per il Covid.

"Abbiamo preso spunto dalle esperienze pregresse di autogestione della scuola. Finalmente si possono riprendere iniziative di gruppo e abbiamo colto la palla al balzo per riproporre le ’giornate dello studente’ – spiega Giuseppe – in questi ultimi anni a causa della didattica a distanza abbiamo perso occasioni per condividere. La scuola offre ancora poche deviazioni dal programma, lasciando poco spazio agli studenti per parlare e confrontarsi". L’iniziativa è stata accolta con entusiasmo, non solo dagli allievi, che hanno partecipato con interesse, ma anche dalla preside del Pontormo, Filomena Palmesano, e dal consiglio d’Istituto. Rotte le gerarchie, dimessi i professori dalle proprie cattedre, gli studenti sono riusciti a ritagliarsi un proprio spazio all’interno dell’istituzione scolastica. "Parlare delle proprie passioni, che siano musica, carte, giochi da tavolo, teatro, ha avvicinato i ragazzi tra loro – commenta Delfo Chigurni – un modo per esprimersi, ma anche per scoprire delle nuove inclinazioni, per appassionarsi a qualcosa. Credo che sia un metodo di insegnamento e di apprendimento utile, che dovrebbero proporre in tutti gli istituti". E’ così che gli studenti immaginano e desiderano la scuola: uno spazio in cui abbiano modo non solo di imparare le discipline canoniche, ma dove poter conoscere e conoscersi, aprendo i propri orizzonti. "La scuola è sempre più indirizzata verso l’istruire lo studente e sempre meno la persona – spiega Giuseppe Izzo – per questo con ’le giornate dello studente’ ci siamo posti l’obiettivo di cercare di formare i ragazzi a livello umano, uscendo da quella spersonalizzazione a cui spesso la scuola porta e che con i Covid è andata ad acuirsi".