REDAZIONE EMPOLI

EcoMostro, è davvero finita La ruspa comincia la demolizione

Ieri mattina è entrato in azione l’escavatore che smantellerà la struttura piano per piano

EcoMostro, è davvero finita La ruspa comincia la demolizione

"E’ un giorno che entra nella storia della nostra città: questo intervento, molto più degli altri, rappresenta un simbolo di questa nostra amministrazione". In effetti ieri mattina in via Gobetti a Ponte a Elsa si aveva davvero l’impressione di assistere a un momento non ordinario nella vita di un’intera comunità, non solo di un quartiere rimasto ostaggio per oltre venti anni di un ’mostro’ in calcestruzzo. Con una precisione da guardie svizzere, alle 10 in punto le gigantesche ’pinze’ all’apice dei trenta metri del braccio dell’escavatore hanno attaccato la colonna portante dell’ultimo piano dell’EcoMostro e in pochi minuti hanno avuto ragione di tonnellate di cemento armato e di anni di squallore: la prima porzione dell’edificio è crollata, senza nemmeno troppo clamore. E non senza soddisfazione da parte della ditta che sta realizzando il ’chirurgico’ piano di demolizione e, soprattutto, degli amministratori presenti, dalla sindaca Brenda Barnini al vicesindaco Fabio Barsottini, alla dirigente del settore lavori pubblici, ingegnere Roberta Scardigli.

Dopo la preparazione avvenuta nelle scorse settimane, il cantiere da 5,6 milioni di euro che porterà alla nascita dell’EcoPark ha finalmente preso il via. Ci vorranno più o meno due mesi per demolire l’edificio a ’U’ che ha popolato gli incubi dei residenti di Ponte a Elsa e degli amministratori comunali negli ultimi 20 anni. Poi partiranno i lavori di costruzione vera a propria della nuova struttura destinata ad accogliere servizi per la popolazione del quartiere ma non solo per loro. L’obiettivo da raggiungere è completare il progetto entro il 2026, condizione imposta dall’aver avuto un sostanzioso finanziamento - 2 milioni di euro - dal Pnrr.

"Questo cantiere abbandonato da venticinque anni - ha detto Brenda Barnini - era da un lato il simbolo di un fallimento delle politiche urbanistiche di questa parte di città e dall’altro un enorme disagio, una struttura che dava effettivamente la sensazione ai cittadini di questa frazione di vivere in una periferia". Come accennato in precedenza e ripetuto anche ieri mattina, la demolizione procederà per fasi: dopo il blocco centrale, saranno demoliti i lati della struttura. Fra una fase di demolizione e l’altra, verranno rimosse e differenziate le macerie. La scelta di usare l’escavatore e procedere per gradi demolendo dal basso verso l’alto è stata fatta per ridurre al minimo le vibrazioni conseguenti e limitare i disagi ai residenti delle case che affacciano sul cantiere. Inoltre, sempre per ridurre i disagi per i residenti, l’abbattimento delle polveri derivanti dalle lavorazioni. sarà realizzato tramite l’impiego di acqua nebulizzata attraverso ‘fog cannon’ e lance idranti guidate da operai specializzati. Questa tecnica sarà usata anche sui cumuli di macerie che deriveranno dalle demolizioni. Il nuovo fabbricato, è stato ricordato ieri mattina, sarà fisicamente molto meno di impatto rispetto all’attuale di cui manterrà la forma a ’U’, ma avrà un solo piano interrato e uno fuori terra alto quattro metri. Un risultato di rigenerazione di non poco conto per lo scheletro di un immobile alto quattro piani che dalla fine degli anni Novanta dominava Ponte a Elsa. Un fallimento da cui ieri è rinata la speranza.

Francesca Cavini