
Anche gli ultras dell'Empoli danno una mano
Empoli, 17 marzo 2025 – Hanno lavorato senza sosta anche ieri i residenti e i volontari, arrivati da ogni parte del territorio, per liberare cantine, garage e scantinati invasi dall’acqua. Ponzano ce la sta mettendo tutta per rialzarsi da una delle devastazioni più grandi che ha colpito nel recente passato il territorio di Empoli. Idrovore in azione, secchi e tanta solidarietà tra vicini: chi è stato risparmiato dalla furia dell’Orme, che venerdì ha rotto l’argine e ha invaso il quartiere, si è messo a disposizione degli altri. “Stamani (ieri, ndr), amici e clienti mi hanno aiutato a liberare il magazzino alluvionato – racconta Daniele Pinzani, dell’omonima macelleria di via Ponzano –. Poi, sono arrivati anche una ventina di Ultras dell’Empoli, tifosi organizzati. Hanno aiutato me e anche altre famiglie in difficoltà, liberando quattro o cinque garage qui intorno. Sono stati straordinari. Un gesto di grande solidarietà”.
La portata del dramma subìto da molte famiglie è data dai cumuli di rifiuti ammassati fuori dalla abitazioni: mobili, elettrodomestici, ricordi di una vita intrisi di melma. Per tornare alla normalità ci vorrà del tempo. Come servirà ancora tanto lavoro in altre zone di Empoli anch’esse messe in ginocchio dall’ondata di maltempo. Si continua a svuotare cantine e seminterrati anche a Carraia e Santa Maria, dove resta ancora chiuso fino a domani il sottopasso di via Livornese per l’impossibilità di utilizzare le idrovore a causa dell’allagamento dei campi circostanti.
Tra le numerose emergenze c’è anche quella del gattile, andato distrutto “non avendo un sistema fognario”, spiegano dall’Associazione Aristogatti. I volontari hanno fatto e continuano a fare l’impossibile per mettere al riparo i 180 mici. Ma ora hanno bisogno di aiuto per ripartire. Attraverso la piattaforma Gofundme hanno lanciato una raccolta fondi. “L’obiettivo finale è arrivare a 20mila euro. Una somma enorme a prima vista, ma se vogliamo sperare di ricominciare è il minimo, tutto deve essere costruito da zero”.
Irene Puccioni