CASTELFIORENTINO
Sono oltre mille e cinquecento i chilometri che separano la sua Castelfiorentino da Jersey, isola del canale della Manica situata a venti chilometri dalle coste della Normandia, dove il 17 maggio 2025 sarà protagonista della cerimonia ufficiale che lo porterà a far parte dell’International Marathon Swimming Hall of Fame. Si tratta di Simone Ercoli, ex campione di nuoto di fondo cresciuto alla prolifera scuola del Team Nuoto Toscana Empoli con il tecnico Giovanni Pistelli. Oltre ad essere uno dei pochi ad aver vinto medaglie iridate sia in acque libere (due bronzi nei 5 km nel 2005 e nel 2006) sia in piscina (argento nei 1500 metri stile libero nel 2004), Ercoli ha anche conquistato cinque medaglie agli Europei nei 5 km e chiuso due volte al terzo posto il circuito annuale del Grand Prix (2007 e 2013).
Ercoli, cosa significa per lei questo riconoscimento?
"Una bellissima soddisfazione, non me lo aspettavo. Non avendo avuto grandi picchi di risultati, penso sia stata premiata la longevità della mia carriera. In tutti questi anni ho infatti vinto tante medaglie in tanti eventi diversi e soprattutto sia sulle distanze corte che nelle maratone o in piscina".
Proprio quest’anno ricorre il ventennale di quell’argento a Indianapolis nei 1500 metri stile libero...
"Da quando la dieci chilometri è diventata gara olimpica diversi nuotatori di vasca hanno iniziato a cimentarsi anche in acque libere ed è capitato che abbiano vinto su entrambi i fronti, vedi il nostro Paltrinieri, ma a quei tempi era rarissimo".
Quale è stato il segreto per rimanere per dieci anni ai vertici?
"Sicuramente la passione che nutro per questo sport, oltre a un fisico che mi ha supportato e alla possibilità che mi è stata data dalle Fiamme Oro di poter continuare a gareggiare a livello professionistico e adesso di allenare".
C’è una vittoria o una medaglia che ricorda con maggior soddisfazione?
"I successi nella 57 km Santa Fe-Coronda in Argentina, gara di Coppa del Mondo, nel 2013 e 2014, non solo perché estremamente impegnativa a livello fisico e mentale, ma anche per la grande passione del numeroso pubblico presente lungo il fiume e all’arrivo. E poi era tanti anni che non vinceva un italiano".
Cosa ricorda dei suoi inizi?
"Ho cominciato da piccolino nella piscina di Certaldo, poi a 16 anni sono passato a Empoli sotto la guida di Giovanni Pistelli, che mi ha spronato a gareggiare in acque libere intuendo fin da subito le mie doti. Inizialmente io non ci pensavo, ma già dopo la prima gara a 17 anni mi sono appassionato e a 25 anni ho lasciato la vasca per dedicarmi al fondo".
Che allenatore è Pistelli?
"Chiede tanto, ma riesce sempre a farti dare il massimo durante gli allenamenti e questo è la sua forza".
Dopo Simone Ercoli, Andrea Volpini e Rachele Bruni, l’ultimo talento lanciato dalla fucina empolese è Ginevra Taddeucci...
"È esplosa negli ultimi anni, ma io l’ho vista crescere fin da bambina e si vedeva già che aveva le stigmate della campionessa" È stato anche per sei anni capitano della Nazionale italiana di fondo...
"E ne vado enormemente orgoglioso perché quella era una squadra molto forte. Devo essere sincero, gareggiare non mi manca, ma l’adrenalina del giorno prima e viaggiare per il mondo con i miei compagni sì. È vero che ho dovuto fare anche tanti sacrifici rinunciando magari alle vacanze con i miei amici, ma è anche vero che ho fatto delle esperienze che senza il nuoto non avrei mai potuto vivere".
Come sta il nuoto di fondo italiano?
"È un movimento in grande salute e quello toscano resta un bacino molto presente".
Simone Cioni