
La talentuosa direttrice. Erina Yashima, che dopo il successo dello scorso anno torna a Empoli con l’Orchestra della Toscana e il violinista Kristóf Baráti
EMPOLI
Torna ad Empoli Erina Yashima, che domani sera alle 21 al Palazzo delle Esposizioni dirigerà l’Orchestra della Toscana nel nuovo appuntamento della stagione concertistica del Centro Studi Ferruccio Busoni di Empoli. Con la direttrice di origini giapponesi e passaporto tedesco sul palco ci sarà anche violinista Kristóf Baráti. Il programma sarà incentrato su due capisaldi del repertorio viennese ottocentesco: il Concerto per violino di Johannes Brahms e la Sinfonia numero 2 di Ludwig van Beethoven. Da una parte all’altra del secolo, poiché nel 1803 ha debuttato la Sinfonia, mentre il Concerto è del 1878. L’una è opera di un trentenne, alle soglie della sordità, che sta allontanandosi sempre più dall’esempio di Mozart e Haydn da cui aveva preso le mosse; l’altro è opera matura di un quarantacinquenne in pieno fervore creativo. Un Concerto, questo, ispirato dal maggior violinista del tempo, Joseph Joachim, amico fraterno di Brahms e ascoltatissimo consigliere per la stesura della parte solistica.
Per questo e per gli altri appuntamenti in programma dedicati alle orchestre e alla musica sinfonica, è valida la promozione “Musica x 2 – Share the music“ per i giovani tra i 18 e i 35 anni, i quali per ogni biglietto acquistato ne avranno uno omaggio. Yashima ha studiato in Germania e a Vienna e nel 2015 ha partecipato all’Opera Academy verdiana tenuta a Ravenna da Riccardo Muti, di cui poi è stata assistente a Chicago; nello stesso periodo ha affiancato nelle prove anche Esa Pekka-Salonen, Christoph Eschenbach, Zubin Mehta, Yannick Nézet-Séguin. Oggi è la prima direttrice della Komische Oper di Berlino. Nato a Budapest nel 1979 da una famiglia di musicisti, Baráti ha invece passato l’infanzia in Venezuela dove già a otto anni si esibiva con importanti orchestre. Si è formato prima a Budapest, alla Franz Liszt Academy, poi a Parigi con Eduard Wulfson. Violinista pluripremiato. Suona uno Stradivari del 1703 e di lui la critica dice: "attira l’attenzione sulla musica senza richiamarne troppa su di sé".