REDAZIONE EMPOLI

Errore medico durante il parto: "Danni per oltre due milioni". Il giudice dà ragione alla famiglia

Maxi risarcimento per i genitori del bambino che soffre di una grave patologia cronica. Dopo otto anni la sentenza civile di primo grado riconosce gli sbagli durante il travaglio.

Errore medico durante il parto: "Danni per oltre due milioni". Il giudice dà ragione alla famiglia

Oltre due milioni e mezzo di euro come risarcimento e un sospiro di sollievo dopo anni di battaglie e sofferenze. Alleviate ora dalla sentenza civile in primo grado del tribunale di Firenze che riconosce l’errore medico durante il parto di un bimbo affetto da paralisi cerebrale infantile, una grave patologia cronica. I fatti accadono nel 2015 all’ospedale San Giuseppe di Empoli, dove il piccolo nasce con una grave asfissia che costringe al trasporto d’urgenza in terapia intensiva al Meyer.

La famiglia, assistita dagli avvocati Franco Tuti e Sonia Martini, è convinta che il grave quadro neuro-motorio del figlio sia riconducibile a una errata induzione del parto e così fa causa all’Asl. Sotto la lente del giudice civile finisce l’operato del medico ginecologo di guardia al momento del parto e della ostetrica presente alla nascita del piccolo. Nonostante le tesi difensive dell’Asl, la consulenza tecnica d’ufficio disposta dal tribunale ricostruisce che "il parto non sarà spontaneo, come erroneamente riportato in cartella ma operato tramite applicazione di ventosa e spinte sul fondo uterino". La relazione degli esperti riporta inoltre che "condotte erronee si riscontrano nella sorveglianza del travaglio e nelle scelte che sono state effettuate con la finalità di accelerare i tempi del parto". Insomma, il collegio peritale rileva diverse criticità rispetto alla condotta dei sanitari. "La paralisi infantile di cui è affetto il bambino - le conclusioni riportate al giudice - è da ascrivere a insulto acuto ipossico ischemico determinatosi in corso di travaglio di parto che è stato erroneamente trattato".

Per queste ragioni il tribunale ha condannato l’Asl a pagare oltre due milioni e mezzo, di cui oltre 700mila euro come danno biologico per il fatto che il minore presenta un’invalidità del 65%. Oltre un milione invece viene riconosciuto a titolo di danno patrimoniale, per tutte le spese di assistenza che la famiglia dovrà sobbarcarsi anche in futuro. Altri 150mila euro sono stati riconosciuti per il danno da ridotta capacità lavorativa, una cifra che di solito viene prevista per chi già lavora al momento del danno e che invece stavolta è stata calcolata in base al triplo della pensione sociale. Insomma, cifre importanti che forse non basteranno a riparare tutto il dolore ma che sono una consolazione dopo tante battaglie.

Alessandro Pistolesi