Castelfiorentino, 22 ottobre 2024 – Traffico e transenne. Ingorgo e fila infinita di auto nel caos mattutino con la viabilità parzialmente ripristinata sulla 429, dove si circola a senso unico alternato. Intorno, fango. Nell’aria ancora un pessimo odore.
Suona come una beffa il sole che picchia fino a far brillare le pozze d’acqua rimaste da asciugare. A 4 giorni dal disastro causato dall’esondazione dell’Elsa, si continua a spalare tra la zona industriale di Malacoda, via Ciurini e via Pettinamiglio, le aree più colpite dall’alluvione che si è abbattuta a Castelfiorentino.
I piazzali delle ditte di via Curie sembrano campi di battaglia. Davanti ai capannoni, mucchi di rifiuti e materiale irrecuperabile. Sedie, tavoli, bancali di merce che non sarà mai consegnata, oggetti accatastati, sacchi neri e montagne di detriti.
In silenzio, con il secchio in una mano e la scopa nell’altra, si resiste e si reagisce. Si continua con le idrovore e tanta forza di volontà a ripulire. Mobili, divani, sanitari: tutto quello che ieri galleggiava, oggi compone il cimitero degli oggetti.
«Abbiamo ripristinato le linee telefoniche e il sistema gestionale. Andiamo avanti». Non si abbatte Andrea Biagiotti, direttore generale della Pvg Italy, compagnia di elettronica, una delle ditte più danneggiate di Malacoda mentre parla con la Protezione Civile dell’Empolese Valdelsa. Prosegue il giro di ricognizione per fare il punto su chi aiutare e come. Più di 400 i volontari mobilitati in questi giorni. «Ma servono ancora braccia».
Si spala il fango con lo sguardo al cielo, la paura non passa. Anche oggi (fino a mezzanotte) è allerta codice giallo per Castelfiorentino, Certaldo, Gambassi, Montespertoli e Montaione. Una Valdelsa che, pur nella disperazione, ringrazia e non molla.
«La macchina dei soccorsi ha funzionato - dicono da via Curie - Sono venuti in tanti. Mezzi, attrezzature, uomini». Sebach così come Palagini. E’ lunga la lista delle attività messe in ginocchio. La furia dell’acqua ha raggiunto via Ciurini.
«Abbiamo perso tutto - si sfoga Luisa Scardigli dell’allevamento di selvaggina Loris Capezzoli, con sede nel punto più critico dell’area - Sono annegati 400 fagiani. L’acqua in magazzino ha raggiunto 1,70 metri e ha travolto il camion per trasportare gli animali, la jeep, il trattore, ogni cosa. Ci siamo rialzati dall’alluvione del ’66, lo rifaremo anche stavolta».
Ad aiutare ci sono anche i figli Matteo e Daniele, che hanno preso un permesso speciale dalla scuola per poter dare una mano. Mentre si fa la conta dei danni, le responsabilità, devono essere accertate. Di questo si parla in via Pettinamiglio. Nel mirino l’assenza di argini in alcuni punti dell’Elsa.
«Non vogliamo il gioco dello scarica barile tra Regione e ditta che sta eseguendo i lavori per la 429. Una responsabile c’è - tuona un residente, Matteo Bigi - Che sia un ente o un’azienda, qualcuno ha autorizzato la ruspa a buttar giù 40 metri di argine. Ci stiamo organizzando per un esposto». Ma oltre all’azione legale si fa squadra e mentre qualcuno lava via il fango, altri distribuiscono caffè. Un gesto prezioso arriva dal negozio Casadea.
«Ci vorranno almeno 10 giorni per riaprire al pubblico - dice Silvano Ye - Dobbiamo bonificare, igienizzare. Ma per chi ha perso tutto, oggi regaliamo detersivi, scope, cenci. Tutto gratis per le famiglie in difficoltà».