Che per evacuare la scuola si corressero dei rischi, i dirigenti scolastici lo avevano gridato più volte, mettendolo nero su bianco con un esposto presentato alla Procura di Firenze a giugno. Ora la denuncia è tangibile.
Si è tenuta ieri la simulazione di evacuazione nell’edificio dove ha sede l’istituto superiore Fermi-Da Vinci, in via Bonistallo. Un edificio occupato in parte da circa 850 alunni del Fermi-Da Vinci e dall’altra da 450 studenti del liceo Pontormo. Un esercito di 1.300 studenti che, in caso di emergenza, si dovrebbero riversare nei corridoi e per le scale della struttura. Il caos totale.
E’ quello che è accaduto ieri alle 11.30 quando è scattata la sirena per la prova congiunta: vie di fuga insufficienti, parapetti inadeguati, l’assenza di un impianto generale tramite altoparlanti in ogni locale e ancora nessuna novità sulla realizzazione di una scala esterna, che aiuterebbe a facilitare le operazioni di evacuazione in un’emergenza vera. Abbandonare l’edificio, insomma, è stato tutt’altro che semplice.
Lo testimonia il racconto del dirigente del Fermi-Da Vinci. "Il sistema non funziona. Abbiamo un problema - dice Gaetano Flaviano - Ci sono poche vie di emergenza, si crea un tappo; abbiamo presentato l’esposto proprio per le criticità dovute al sovraffollamento rispetto alle scale e ai punti di uscita. Un imbuto".
Una situazione che potrebbe risultare pericolosa in caso di emergenza reale, mettendo a rischio l’incolumità di studenti, docenti e personale Ata. "Insieme alla collega Filomena Palesano abbiamo chiesto di essere ricevuti dal sindaco a luglio. Abbiamo chiesto di essere sentiti in Procura elencando tutte le lacune del piano di sicurezza. Ma a oggi non è successo niente. Rappresentiamo due grandi scuole; il problema riguarda un edificio che contiene 1.500 ragazzi, includendo il Ferraris si arriva a 2mila. Eppure nessuno ci prende sul serio".
"Le criticità in via Bonistallo ci sono - conferma Palmesano - Rinnoviamo, come facciamo da anni, la richiesta alla Metrocittà di una scala d’emergenza aggiuntiva esterna, che potremmo finanziare in autonomia". All’esposto non è stato dato seguito. "Mi sono informato - continua Flaviano - Ci dovrebbero dare comunicazione anche di un’eventuale archiviazione. Ma tutto tace".
Intanto la prova è servita a "sperimentare sul campo, capire, tutelarci". Come previsto, le scale non sarebbero risultate idonee, creando intralcio al rapido deflusso delle persone. Ironia della sorte, un’ora prima l’allarme è scattato davvero per un black-out che ha lasciato senza corrente tutto l’istituto di via Sanzio.