Ferruccio Busoni. Lettura scenica per il centenario

Nel ricordo dello storico compositore empolese stasera l’omaggio nel cortile di Palazzo Ghibellino.

Ferruccio Busoni. Lettura scenica per il centenario

Il busto di Ferruccio Busoni all’interno del museo Busoni di piazza della Vittoria con Marco Vincenzi (foto d’archivio)

Ormai da inizio anno si stanno susseguendo una miriade di iniziative per celebrare il centenario della morte di Ferruccio Busoni, ma oggi in particolare è un giorno speciale.

Era proprio il 27 luglio del 1924, infatti, quando il famoso musicista e compositore empolese moriva a soli 58 anni a Berlino, in Germania, sognando ancora la sua Italia.

E proprio per ricordare gli ultimi giorni di vita di Busoni, stasera alle 21 nel Cortile del Palazzo Ghibellino di Empoli il professor Silvano Salvadori, coadiuvato dalla voce di Andrea e Angela Giuntini, presenterà una lettura scenica con tanto di proiezioni.

Consumato nel fisico dalla frenetica attività di concertista, come pure nello spirito dall’essersi trovato nel momento della maturità in una Europa sconvolta dalla guerra, assillato dalla tensione di portare a termine il "Doktor Faust", quella grande opera a cui da oltre un decennio lavorava e che considerava il culmine delle sue ricerche, chiuse tragicamente la sua esistenza nel suo appartamento, di cui verrà presentata la ricostruzione (essendo stato distrutto con l’ultima guerra mondiale).

Il tutto fra la disperazione dei suoi amati allievi. Proprio uno di questi, Gottfried Galston, ci ha lasciato un diario dei quotidiani colloqui con il maestro nei suoi ultimi mesi di vita.

Una testimonianza straordinaria da cui emerge l’uomo Busoni attraverso i suoi ricordi, gli aneddoti, le speranze, le amarezze e le passioni che accompagnarono il suo progetto di rinnovamento musicale.

La sua vita di bibliofilo maniacale, di straordinario didatta nonché teorico di una nuova estetica, verranno fatte rivivere fra le stanze della sua biblioteca, della sala di musica e della camera di cui Galston ci ha lasciato anche la planimetria.

Il desiderio più grande era di tornare nella sua Toscana a guidare la vita musicale italiana. Felice Boghen, il cui lascito è presso il nostro Centro Studi Musicali di Empoli, testimonia nel carteggio con Ferruccio, questo ultimo sogno: si stava cercando un villino per farne la sua residenza a Firenze dal momento che a Busoni era stata offerta, con largo plauso, la direzione del Conservatorio Cherubini, ma ormai era troppo tardi e l’Architetto dei suoni, come è stato poi rinominato, non ebbe neppure il tempo di rispondere. Inoltre nella sala del Circolo Amatori Arti Figurative, all’interno di Palazzo Ghibellino in piazza della Vittoria, è ancora visibile fino a martedì prossimo l’allestimento della messa in scena nel 1962 alla Scala di Milano della Turandot di Busoni, con i costumi e le scene create appositamente dal grande pittore e scenografo Fabrizio Clerici.

La mostra, denominata "La più bella Turandot di Busoni", è stata organizzata per far capire quanto l’autore empolese sia rimasto fedele allo spirito originale di Gozzi, creatore della "Turandot". A completare la mostra viene esposto anche il famoso quadro di Clerici "Il Minotauro accusa pubblicamente sua madre" della Fondazione Montanelli, che ha fatto il giro dei più importanti musei, come il MOMA e il Mart di Rovereto.