Ylenia Cecchetti
Cronaca

Fine vita, Sostegni “padre” della legge. “Un passo avanti in materia di civiltà”

Il consigliere regionale empolese è stato il primo a battersi facendosi portavoce dei bisogni dei cittadini

Un presidio organizzato dall’associazione Luca Coscioni con il tesoriere Marco Cappato (Foto Ansa)

Un presidio organizzato dall’associazione Luca Coscioni con il tesoriere Marco Cappato (Foto Ansa)

Empoli, 13 febbraio 2024 – Civiltà e diritti. Empoli vanta importanti primati, come il registro delle unioni civili, istituito dall’ex sindaca Barnini in anticipo rispetto alla legge nazionale. Ora, un altro balzo in avanti con l’approvazione della legge regionale sul fine vita, frutto del lavoro svolto dalla Terza commissione Sanità e Politiche sociali presieduta dall’empolese Enrico Sostegni. Ex sindaco di Capraia e Limite ed ex segretario della federazione Empolese Valdelsa del Pd, Sostegni è stato il primo a battersi per questa piccola, grande rivoluzione sociale facendosi portavoce dei bisogni dei cittadini.

Sostegni, come commenta questo risultato?

“È una grande gioia. Una legge che ci fa fare, di nuovo, un passo avanti in materia di civiltà. La nostra è la prima regione in Italia a definire modi e tempi certi di attuazione della sentenza della Corte Costituzionale che, dal 2019, non ha ancora trovato risposte a livello nazionale”.

Come è cominciata questa battaglia?

“Ho voluto fortemente approfondire il tema. Se ci si ferma alle parole “suicidio assistito“ è facile trovarsi contrari, è un’etichetta che può non raccogliere consensi. Ma leggendo gli atti, studiando la sentenza, si capisce che il focus è completamente diverso”.

Quali ostacoli ha trovato?

“Il consenso non era scontato, temevo di non raggiungere i numeri. Come ho avuto titubanze io, anche altri consiglieri potevano averne. È emerso subito il tema della costituzionalità. Ci siamo chiesti se la Regione se ne potesse occupare. È iniziato un lungo confronto che ha coinvolto costituzionalisti, abbiamo ascoltato le associazioni pro vita. Mesi di analisi e di letture”.

Qual è la svolta?

“Fino ad oggi chi ha chiesto di accedere al suicidio medicalmente assistito in Toscana, si è appoggiato alle Asl, ognuna delle quali si era data una regolamentazione interna che in ogni caso finiva con l’esprimersi sui requisiti del paziente, e sui protocolli da attuare. Poi però il malato veniva lasciato solo, a trovarsi un medico, pagarlo, reperire il farmaco. Ora in 7 giorni si ha la possibilità di ricevere assistenza medica e farmacologica per l’autosomministrazione. Una scelta revocabile fino all’ultimo secondo”.

Andando alla pratica, modi e tempi di attuazione?

“Una premessa. Noi non ci pronunciamo sulle condizioni entro le quali sussiste il diritto all’aiuto all’autosomministrazione del farmaco. Per non commettere errori (la Regione non può disciplinare la materia) rimandiamo integralmente alla sentenza che stabilisce una procedura. Si inizia con la domanda al direttore generale della Asl di riferimento da parte dell’interessato, in carta libera, senza nessuna formalità”.

E poi?

“Da quanto entrerà in vigore la legge (il mese prossimo, ndr) le Asl hanno 15 giorni per istituire delle Commissioni incaricate di verificare i requisiti ed esprimersi entro 20 giorni. In 7, sarà il comitato etico locale a pronunciarsi. In caso positivo, ci sono altri 10 giorni per realizzare i protocolli di attuazione. E ci sono due modalità. Se la persona ha un medico di fiducia può proporre un iter alla Commissione, che ne valuterà l’idoneità. Altrimenti si può chiedere alla Commissione di elaborare un protocollo”.

Come funziona la somministrazione del farmaco?

“In genere avviene a domicilio, può capitare in hospice. Saranno coinvolti solo sanitari disponibili su base volontaria, che svolgeranno la mansione - retribuita - in orario di lavoro”.

C’è chi già parla di turismo della morte...

“Le prestazioni sanitarie extra-LEA per persone affette da gravi patologie sono erogate ai residenti toscani, salvo diversi accordi con altre Regioni. C’è l’incertezza sui domiciliati. Ma si parla di numeri esigui, il turismo è un’altra cosa”.

Siamo pronti a gestire le richieste?

“Nel 2023 ne sono pervenute 3. Nel 2024 6, delle quali 2 ritenute non idonee. La legge è finanziata con 10mila euro, il trattamento ha un costo di circa 800 euro, la stima è di una decina di persone da accompagnare”.