di Tommaso Carmignani
Dopo l’incontro col Governo di due giorni fa, i benzinai sembrano pronti a sotterrare l’ascia di guerra. Sciopero congelato nell’attesa dei provvedimenti che potrebbero contribuire a ridurre i prezzi, ma nel frattempo la categoria ci tiene a ribadire che gli aumenti registrati dal primo gennaio a oggi non dipendono dai gestori. Anzi. L’incremento dei prezzi alla pompa è deleterio soprattutto per chi si trova faccia a faccia col cliente e non ha modo di intervenire per calmierarlo. Anche nell’Empolese Valdelsa, seppur con le dovute differenze, i prezzi sono schizzati vicini ai 2 euro al litro per benzina e gasolio.
"Nella stragrande maggioranza dei casi - spiega Marco Matteuzzi, titolare dell’area di servizio del Caffè Le Rotonde sulla ss 67 di Montelupo Fiorentino – siamo tutti sulla stessa barca, nel senso che non siamo noi a decidere che prezzo stabilire. E’ la compagnia petrolifera che ce lo impone e noi siamo tenuti a regolarci di conseguenza". La decisione viene presa in base a determinati parametri come posizione e concorrenza. "A seconda di dove ci troviamo e di chi abbiamo accanto – dice ancora Matteuzzi – è possibile che due gestori della stessa compagnia facciano prezzi diversi. Di solito dove è più basso è perché c’è più concorrenza vicino. In altre zone potrebbero invece decidere di alzarlo". Una logica abbastanza semplice da capire anche per chi non è del mestiere. Quello che però spesso sfugge alla massa è il modo in cui questi gestori guadagnano. "Dire che siamo noi che ci mettiamo d’accordo e speculiamo ha poco senso. Anche perché – prosegue Matteuzzi – la stragrande maggioranza di noi non guadagna in base al prezzo, ma ai litri che vengono erogati ogni giorno. Siamo nel mirino dei clienti, ma in realtà non c’entriamo nulla. Se la compagnia ci impone un prezzo più alto è possibile che le persone si rivolgano altrove e quindi, di conseguenza, siamo i primi a guadagnare meno. Credeteci, per noi un prezzo più basso della benzina porta soltanto dei vantaggi".
La scelta ventilata dal Governo di esporre il costo medio, secondo Matteuzzi, non ha quindi molto senso. "La verità è che ci troviamo noi per primi in una situazione scomoda, perché spesso passiamo per quelli che vogliono guadagnarci a tutti i costi e speculano sul prezzo, quando in realtà – spiega ancora il gestore – siamo anche noi delle pedine. I prezzi dipendono dalle compagnie petrolifere, sono loro che decidono. La verità è che tutte operano all’interno di un sistema che consente loro di agire così, quindi è inutile prendersela con chi sta alla pompa". Nonostante l’aumento dei prezzi le persone continuano comunque a circolare. "Si lamentano, ma non abbiamo notato cali. Anche perché – conclude Matteuzzi – la macchina è una comodità alla quale nessuno se la sente di rinunciare".