Empoli, 15 giugno 2024 – Una storia lunga otto anni, ma ecco la svolta. Il sogno di Rina Nuti - e dell’associazione Aristogatti - sta per diventare realtà. L’anziana, scomparsa nel 2016, aveva lasciato una cospicua eredità al Comune di Empoli (un milione di euro fra denaro liquido e immobili) a condizione che si costruissero un canile e un gattile. Se il primo c’è già (e grazie alle risorse del lascito potrà essere migliorato), per gli amici felini di via Majorana siamo ad un passo dalla rivoluzione. Dopo un’infinita trafila burocratica, la giunta comunale ha approvato il progetto esecutivo, ad un soffio dalla scadenza del mandato. Via, dunque, alla realizzazione del nuovo gattile empolese, curato dallo Studio tecnico Apg di Firenze.
Il 29 maggio scorso, nell’ultima riunione di giunta, dopo alcune modifiche apportate al disegno (gli importi, rimodulati in fase di presentazione, sono più che raddoppiati passando dagli iniziali 150mila euro agli attuali 400mila) il sogno è sempre più vicino. "Il progetto - anticipa il portavoce del gattile, Stefano Maestrini - è stato presentato alla Asl, all’assessorato regionale all’ambiente, ed ha ricevuto i complimenti di tutti. Un ottimo risultato". Arrivarci non è stato semplice perché a differenza di quanto accade per i canili, per la costruzione e la manutenzione dei rifugi dedicati ai gatti, non c’è una normativa nazionale a cui fare riferimento. A ballottaggio concluso, la palla passerà alla nuova amministrazione comunale che dovrà indire la gara d’appalto. Nell’attesa, il viaggio virtuale è servito.
«Chiamarlo gattile è riduttivo - dice Maestrini - Nascerà un’oasi felina che con ogni probabilità prenderà il nome della sua benefattrice. Non mancherà una targa per ringraziarla. Non ci saranno costruzioni in muratura ma strutture prefabbricate che renderanno più celeri le fasi del cantiere". Stesso indirizzo, al terreno che oggi ospita i pelosi degli Aristogatti andrà ad aggiungersi un’altra porzione, messa a disposizione dopo l’esproprio. Come conferma il geometra Paolo Alesso dello Studio APG, "il progetto prevede quattro macro zone: la zona accoglienza per i visitatori (con uffici e spogliatoi), la zona servizi (con cucina, magazzini, infermeria e degenza), una zona quarantena con vari box isolati per gestire le malattie e degenze particolari e la zona rifugio, dove è prevista una ampia area libera divisa in tre aree recintate". Nel corpo centrale esterno alloggeranno i gatti, ognuno con una cuccetta individuale coperta. Una struttura all’avanguardia, insomma, che agevolerà di molto il lavoro dei volontari.
Un salto di qualità notevole rispetto all’attuale struttura fatiscente dove sono accuditi circa 180 animali. "I livelli sono critici quando piove e senza uno spogliatoio, uno spazio per lavarsi le mani, neppure i volontari vengono volentieri" dice Maestrini. Ecco perché è importante dare una nuova e degna casa ai gatti e alle persone che se ne prendono cura. L’intera superficie sarà di circa 2mila metri quadri (rispetto ai 1200 attuali) con la possibilità in futuro di amp liarsi. C’è già un secondo obiettivo, la ciliegina sulla torta del progetto; l’allargamento della struttura a funzione di pensione per i periodi di vacanza. Un’attività che aiuterebbe l’associazione ad autofinanziarsi.