ANDREA CIAPPI
Cronaca

Gelate primaverili, l’ultimo freddo adesso fa tremare gli agricoltori

Si è appena concluso un inverno da record, il più caldo dal 1800. Nell’Empolese Valdelsa sono già iniziate le prime fioriture. "Ma ad aprile ci saranno giorni con temperatura sotto lo zero"

Empolese Valdelsa (Firenze), 22 marzo 2024 – Ventun marzo: è finito l’inverno, "il più caldo dal 1800 a livello nazionale" stando ai dati del laboratorio meteo Lamma della Toscana. Neppure l’Empolese ha fatto eccezione: a parte un po’ di fugace ‘neve tonda’ non si è visto neppure un fiocco alle quote più alte ovvero Montalbano, colli di Montaione e Gambassi Terme, poggi di Lucardo e Santa Maria Novella. Lo scorso anno, tanto per dire, qualche imbiancata c’era stata, e sotto la neve… pane. E se un assaggio d’inverno arrivasse a primavera conclamata? Non sarebbe una novità, ma il problema è che quest’anno, proprio per quanto detto prima, pressoché tutte le piante hanno avviato in anticipo il loro ciclo vegetativo. Fiori, foglie. Viti comprese. Eppure, lo spettro delle gelate tardive è lì, a portata di giorni o settimane: per aprile, le configurazioni propongono un mese mite.

Tuttavia il Lamma avverte. "Il rischio climatologico di avere nel corso del mese di aprile almeno un giorno con minime inferiori allo zero oscilla generalmente attorno al 30-50% su gran parte della pianure dell’interno, fino a punte del 50-70% nelle valli più interne", e tra queste cita quelle del Chianti. Che riguardano da vicino l’Empolese per la zona di Montespertoli, media e bassa Pesa, e anche volendo la media valle dell’Elsa. Meno a rischio le vallate più vicine alla costa. Perché le vallate? Per l’inversione termica, perché il freddo vi ristagna. Difatti, nel passato anche recente forti gelate si sono verificate, oltre che nei tratti vallivi citati, nei fondovalle del Virginio, del Turbone, nelle vallate tributarie dell’Elsa, in quelle che scendono dal Montalbano verso Sovigliana e Limite sull’Arno, la stessa zona tra Montelupo ed il Limitese. La faccenda è che quest’anno viti ed alberi da frutto sono avanti nella fioritura.

"In virtù dell’inverno appena trascorso, risultato eccezionalmente mite e con conseguente forte anticipo della ripresa vegetativa – riprende il Lamma – le varie colture agrarie risulteranno comunque maggiormente esposte a tale rischio".

Dalle proiezioni climatiche all’altro grande problema che vi è legato: quello dell’inquinamento, delle polveri sottili. Arpat, l’agenzia regionale dell’ambiente, ha gli ultimi dati al 2023: il limite di 35 superamenti della media giornaliera di 50 µg/m3 ovvero un microgrammo di inquinante gassoso per metro cubo di aria ambiente è stato rispettato in tutte le stazioni della Rete regionale con la sola eccezione della stazione di fondo della zona della Piana lucchese di Lucca-Capannori, che con Pisa riguarda anche l’Empolese, ma in quest’ultima zona non si rileverebbero forti criticità. Situazione sufficiente dunque, ma vietato abbassare la guardia. Anche perché si è borderline nel limitrofo Valdarno Pisano. Dai Comuni empolesi, si fa capire che alcuni anni fa venne realizzata una campagna di rilevazione con mezzo mobile. Ma i dati dipendono appunto da altre postazioni di rilevazione.

Andrea Ciappi