YLENIA CECCHETTI
Cronaca

«Ai giovani Tiziano avrebbe detto: abbiate coraggio, datevi da fare»

Angela Staude Terzani a Sovigliana nella giornata della pace

Angela Staude Terzani al parco di Sovigliana dedicato al marito Tiziano

Vinci, 22 settembre 2016 - Il tono è dolce, delicato, come il ricordo del marito Tiziano. Angela Staude Terzani non è più tornata a Vinci dal giorno del suo matrimonio. Era il 27 ottobre del 1962. «Un giorno di pioggia terrificante – ricorda col sorriso- Comune, ristorante e casa: non andammo oltre e per me la Città del Genio è sempre rimasta un luogo mitico, quasi inesistente».

Fino ad oggi: 54 anni dopo, la vedova dell’indimenticato giornalista fiorentino scomparso nel 2004 è tornata a Vinci. Tiene stretto il certificato di matrimonio che non aveva ancora ritirato, e si emoziona, nella giornata internazionale della pace. Nell’ambito della due giorni dedicata a Tiziano Terzani, al quale l’amministrazione ha intitolato un giardino a Sovigliana, la Staude ha finalmente conosciuto Vinci. E incontrato i suoi studenti.

La cerimonia di inaugurazione ha offerto anche l’occasione per rinsaldare il legame della coppia con la città.

«Fu il destino a portarci qui (oltre al fatto che in quegli anni l’unico sindaco comunista di Firenze amministrava proprio Vinci). Tiziano deve il suo nome al pittore veneziano, Leonardo era un pittore, lo è stato anche mio padre. Nostra figlia Saskia porta il nome della prima moglie di Rembrandt… ».

Il messaggio di pace di Tiziano è ancora attuale? «Più che mai e questa iniziativa lo dimostra. Il parco combina la natura alla vita di città. E’ questo il concetto di pace. Tiziano correva tutti i giorni per tenersi in forma; dallo stare a contatto con la natura arriva la pace nella testa, che poi porta, almeno si spera, alla pace nel mondo».

L’insegnamento più grande che suo marito le ha lasciato?

«Il coraggio. Tiziano era molto coraggioso, dal coraggio tutto deriva; il diritto di chiedere, di domandare, di informarti. Dal coraggio nasce il tuo interesse, il tuo pensiero».

Terzani è un punto di riferimento anche per le giovani generazioni. Cosa avrebbe voluto dire, secondo lei, ai ragazzi di oggi?

«Di darsi da fare, non sentirsi vittime di un mondo che ormai va in questo modo. Bisogna reagire, farsi sentire. Avere, appunto, il coraggio di esercitare i propri diritti».

Cosa le manca di lui?

«Il personaggio sempre all’erta, attento, curioso, stimolante. Generava riflessioni, discussioni, non era un teorico ma guardava la vita da vicino. E’ questa vivacità dell’anima quello che manca di più».

Che comunque resta vivo attraverso i filmati, i libri.

«Il vantaggio è che i libri di Tiziano sono molto leggibili. Scriveva come parlava, lui, e in questo modo è riuscito ad arrivare fino ai ragazzi di oggi. E’ incredibile, quando è morto, 12 anni fa, molti di questi studenti non erano neppure nati. Eppure oggi erano qui».