Sono cifre ‘monstre’, in aumento rispetto a quelle già da pura follia di qualche anno fa subito prima del Covid: il gioco d’azzardo bruciava in un anno a Empoli, nel 2022, oltre 84 milioni di euro; oggi viene superata la soglia psicologica, siamo ben oltre 100 milioni (più 16 milioni e rotti di euro). E si sta parlando di tutto ciò che è legale. Il problema è che spesso si è davanti a famiglie e vite rovinate diciamo così legalmente. La cifra più che raddoppia se allarghiamo lo sguardo a tutta l’Unione.
L’argomento è stato molto dibattuto durante l’ultimo consiglio comunale a Empoli. Dibattito che sta proseguendo: "Le nostre preoccupazioni circa la mancanza di controlli sul gioco d’azzardo in città erano e sono purtroppo fondate. Quattro controlli effettuati dagli agenti nell’arco di un anno sono pochi.
Sicuramente molte di queste mancanze sono riconducibili alla cronica carenza di personale" afferma il consigliere comunale Leonardo Masi, a seguito delle risposte della giunta Mantellassi in merito a una interrogazione che i gruppi di opposizione della sinistra e del Movimento 5 Stelle avevano presentato giorni addietro. Accuse respinte. Ancora ieri, il vicesindaco Nedo Mennuti ha affermato: "Per la ludopatia l’intervento deve andare su altre fasce di età, rispetto a quella scolastica dove stiamo programmando dei percorsi in collaborazione col Dipartimento Prevenzione dell’Asl, ed è difficile da controllare a causa dei nuovi canali di gioco online. Con facilità si può giocare e impegnare cifre significative. Diventa difficile intervenire sotto questo punto. Con gli assistenti sociali stiamo rafforzando interventi per chi è nelle case popolari, dove alcuni diventano morosi anche perché sono dipendenti del gioco. Stiamo portando avanti un progetto per supportare queste persone verso corretti comportamenti e stili di vita, per gestire le proprie disponibilità finanziarie nel modo corretto. Vorremmo potenziare un processo che è già in corso, assieme alla Sds Empolese Valdarno Valdelsa". La giunta - si spiega - si era già attivata da tempo, sono in programma infatti a breve incontri con i responsabili dei SerD e delle scuole per presentare proprio nelle classi i progetti di sensibilizzazione ed educazione contro le dipendenze. "Dobbiamo agire sui giovani, - la conclusione - affrontare il problema a 360 gradi anche nell’ambito della famiglia".
A.C.