DAMIANO NIFOSÌ
Cronaca

Giunio Leoncini, partigiano 15enne. Dalla Resistenza alle gare di rally. Il figlio: "Siamo legati alle origini"

Negli anni ’50 emigrò in Australia, ma solo in questi giorni si è fatta luce sulla sua storia, grazie ai parenti

Giunio Leoncini, partigiano 15enne. Dalla Resistenza alle gare di rally. Il figlio: "Siamo legati alle origini"

Giunio Leoncini, partigiano 15enne. Dalla Resistenza alle gare di rally. Il figlio: "Siamo legati alle origini"

Castelfiorentino, 29 marzo 2025 – Sembrerebbe la trama di un film, e invece è tutto vero. Una storia di Resistenza, il cui protagonista è il partigiano Giunio Leoncini. Classe 1928, Leoncini viveva a Castelfiorentino: la sua storia nasce intrisa nel sentimento antifascista, in quanto suo padre, impiegato comunale, si chiamava Engels. Essendo un nome non esattamente in linea con l’egida fascista che regnava ai tempi, il Tribunale di Firenze stesso gli impose di cambiare nome, optando per un ’italianizzato’ Emilio. La famiglia Leoncini abitava al Castello di Uliveto, location riservata ai familiari di impiegati comunali proprio come lo era il padre di Giunio: appena 15enne, il ragazzo decise volontariamente di arruolarsi nelle brigate partigiane di Montaione, il cui Capobrigata era Duilio Borgioli.

Giunio diventa da subito la ’mascotte’ del gruppo, al contempo meritandosi elogi dal Capo in persona, che lo definisce "sempre primo fra tutti" e "più volte citato all’ordine del giorno per il suo comportamento nella lotta antinazista" nel 1944: l’anno dopo, Giunio si unisce ad altri settantadue volontari di Castelfiorentino e va a combattere sulla Linea Gotica contro i tedeschi. Al ritorno si dice riporti con sé numerose bombe a mano che è poi costretto a occultare quando, di rientro al Castello di Oliveto, trova un comando tedesco ad attenderlo.

Le ultime notizie ’italiane’ di Giunio si hanno nel secondo dopoguerra, poi emigra in Australia, nel 1953. Rimbalza tra vari lavoretti, prima di trovare impiego stabile in una raffineria Shell, e finalmente nel 1970 diventa cittadino australiano a tutti gli effetti. Una vita, quella in Australia, che prende sin da subito una piega inaspettata, come spiega suo figlio David: "Appena due o tre anni dopo essere arrivato, ha iniziato a guidare macchine da rally, anche se per la verità la sua prima passione furono le corse in bici. Ha corso a lungo, poi ha tramandato la sua passione a me e a mio fratello Engels (chiamato così in onore del padre di Giunio, ndr): quando ancora non potevamo guidare per questioni di età, ci portava sul sedile del passeggero come co-piloti. Lì abbiamo mosso i nostri primi passi nel rally, e oggi siamo entrambi piloti. Anzi, la passione di mio padre ha contagiato proprio tutti: in famiglia non c’è una persona che non guidi una macchina, sia su pista che su sterrato".

Le tracce di Giunio sarebbero andate perse, se non fosse stato per una ricerca anagrafica del Comune di Castelfiorentino, in occasione dell’80° anniversario della Liberazione: proprio da qui è saltato fuori il nome della sorella, Magda Leoncini, che alloggia alla Rsa “Pablo Neruda“ e che ha raccontato tutto quanto concernesse suo fratello Giunio.

Per puro caso, poi, il destino ha voluto che i parenti australiani di Giunio, tra cui il figlio David, avessero fissato una visita alla zia Magda proprio in quei giorni: è venuto fuori che i parenti hanno conservato una documentazione molto dettagliata del partigiano, grazie alla quale è stato possibile ricostruirne una parte di storia. Per questo motivo, la famiglia Leoncini è stata ricevuta in Municipio, come racconta David: "Avevamo pianificato questo viaggio già sei mesi fa, sarebbe stata la nostra dodicesima visita in Italia. Ogni volta che veniamo, ovviamente passiamo da Castelfiorentino: siamo molto legati al paese e alle nostre origini. Con Magda ci sentiamo costantemente, ma è stato un puro caso che, appena una settimana prima di partire, mi chiamassero dal Comune chiedendomi informazioni su mio padre".

"La ricerca – spiegano l’assessore alla Cultura Franco Spina e l’assessora alla Memoria Marta Longaresi – ha portato alla luce una vera e propria perla: la vicenda del partigiano più giovane di Castelfiorentino, che all’epoca aveva solo 15 anni, puntualmente documentata essendo stata conservata dai parenti che oggi vivono in Australia, insieme alla sorella di Giunio, Magda, che vive ancora qui a Castelfiorentino. Una bella storia – concludono – di cui abbiamo appreso diversi aneddoti, indicativi di un coraggio fuori dal comune che fa orgoglio e onore a tutta la nostra comunità".