Certaldo, 10 febbraio 2020 - La Commissione parlamentare antimafia lo vuole ascoltare. Il presidente Nicola Morra e i membri della commissione d’inchiesta bicamerale (composta da 25 deputati e 25 senatori) vogliono che racconti loro il suo calvario: le torture, gli anni di carcere, la privazione della libertà, la sua innocenza riconosciuta soltanto dopo 38 anni. Giuseppe Gulotta, l’ex ergastolano di Certaldo, protagonista di una delle vicende più oscure degli anni di piombo, la strage di Alcamo Marina del 1976, dove persero la vita due carabinieri, Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta, domani (martedì 11 febbraio) varcherà la soglia di palazzo San Macuto a Roma. Lo accompagnerà il giornalista Nicola Biondo, coautore del libro “Alkamar” che racconta la vita e la vicenda dell’ex muratore siciliano.
Il caso è diventato uno dei tanti misteri italiani. Il processo, riaperto grazie alle dichiarazioni dell’ex brigadiere Renato Olino, il quale rivelò, nel 2009, le pratiche violente per estorcere all’epoca dei fatti le confessioni fasulle, ha portato a determinare chi fossero gli innocenti, ma mai i colpevoli. Giuseppe Gulotta, Vincenzo Ferrantelli, Gaetano Santangelo e Giovanni Mandalà sono stati tutti assolti. Mandalà da morto. La lettura della sentenza che lo avrebbe rimesso in libertà è avvenuta sedici anni dopo il suo decesso in carcere dove stava scontando l’ergastolo per il duplice omicidio dei due carabinieri.
Gulotta, per il momento, ha ricevuto dallo Stato un risarcimento di circa 6 milioni di euro come ‘ristoro’ per i 22 anni passati ingiustamente dietro le sbarre: la cifra più alta mai sborsata in Italia per rimediare a un errore giudiziario. Ma i suoi avvocati, Pardo Cellini e Baldassare Lauria, sono andati avanti chiedendo, in sede civile, un indennizzo di 69 milioni di euro. Il risarcimento, secondo la Suprema Corte, è a carico di chi quei reati li ha commessi, quindi i diretti responsabili e la catena gerarchica pro-tempore. Ecco che i difensori di Gulotta hanno chiamato alla sbarra l’Arma dei carabinieri (tre suoi sottoufficiali) e i loro vertici politici del Governo, dal presidente del Consiglio ai ministri della difesa e dell’interno. Sarà il tribunale di Firenze a occuparsi di questo delicato processo, dopo che si sono sciolte le riserve sulla competenza territoriale.
Ma quella di domani, a Roma, è una tappa altrettanto importante di questa torbida vicenda, come spiega il giornalista e scrittore Nicola Biondo: “L’audizione è un gesto di riconciliazione nei confronti di Gulotta e di rispetto nei confronti delle vittime che non hanno ancora avuto giustizia”. E’ la prima volta che lo Stato dimostra di voler fare luce sul caso. La Commissione parlamentare antimafia è pronta ad ascoltare Gulotta. Il suo presidente, Nicola Morra, vuole che accendere un faro: “Stiamo lavorando sulla desecretazione degli atti – dice il senatore Morra - abbiamo audito Giuseppe Costanza autista di Falcone sopravvissuto alla strage di Capaci e mai ascoltato in commissione, ora accendiamo un faro sulla morte di due carabinieri, due servitori dello Stato che non hanno mai avuto giustizia. La strage di Alcamo Marina deve avere la giusta rilevanza. È una vicenda oscura in terra di mafia che non possiamo ignorare. Mi auguro – conclude Morra - che l'attività della commissione possa essere d’impulso per la raccolta di nuove testimonianze che possano aprire uno squarcio sulla vicenda”.
Irene Puccioni
CronacaGiuseppe Gulotta sarà ascoltato dalla Commissione Antimafia