FRANCESCA CAVINI
Cronaca

Gli abbracci di solidarietà a teatro raddoppiano la raccolta fondi

Ciari (Fondazione Dopo di Noi): "Forse riusciamo a comprare due mezzi"

Ciari (Fondazione Dopo di Noi): "Forse riusciamo a comprare due mezzi"

Ciari (Fondazione Dopo di Noi): "Forse riusciamo a comprare due mezzi"

Empoli, 25 marzo 2025 – "Siamo qui stasera perché abbiamo bisogno di un mezzo per portare i nostri ragazzi dove serve. Considerato quanto abbiamo raccolto finora, forse di mezzi ne compriamo due". Ha esordito così Pierluigi Ciari, presidente della Fondazione Dopo di Noi, dal palco del teatro Shalom poco prima dello spettacolo della Wireless Muppets e Compagnia Teatrale Attori con i fili “Quanta fretta! Ma dove corri?” , un progetto nato da un’idea dell’avvocato Antonio Voce che ha visto la partecipazione straordinaria di Giuseppe Scarpato, chitarrista di Edoardo Bennato, e che è stato organizzato insieme all’Associazione Avvocati Empoli e Valdelsa a sostegno della Fondazione Dopo di Noi. "Viviamo tempi complicati – ha continuato Ciari – siamo una barca in preda ai marosi e non ci sono fari a rischiarare questa notte. Ma c’è qualcosa che ci ha salvato anche in passato, che ci ha guidato durante la pandemia, ed è una cosa che questo città, questo territorio conoscono bene: la solidarietà. Per questo ringrazio tutti quelli che hanno contribuito alla realizzazione di questa serata, ma in particolare Maurizia ed Egidio Patrizi, che con l’associazione che porta il nome del loro figlio, Matteo, l’hanno resa possibile".

E mentre i genitori del giovane morto prematuramente in un incidente in moto nel dicembre del 2021 si spostavano al centro del palco, dietro di loro, proiettato su un mega schermo, compariva il senso stesso dell’Associazione che hanno voluto e realizzato come risposta alla tragedia che ha cambiato per sempre le loro esistenze: trasformare il dolore in gioia. "Abbiamo creato questa Associazione – ha raccontato Maurizia Patrizi – per sostenere progetti che hanno nella solidarietà il loro cuore. Per fare in modo che attraverso il nostro fare, altri possano trovare conforto e gioia. E in conseguenza di questo nostro credo, vi chiedo di compiere un gesto antico e rivoluzionario al tempo stesso. Accanto, davanti o dietro di voi in questa platea c’è sicuramente qualcuno che non conoscete. Ecco, io vi chiedo di alzarvi in piedi e di abbracciarlo, di condividere con questa persona un momento della vostra vita per dare e ricevere un segno di gioia".

E la platea dello Shalom, pieno fino all’ultimo posto, si è alzata e tutti hanno cercato un vicino sconosciuto per abbracciarlo e farsi abbracciare. Maurizia ed Egidio Patrizi, orfani del loro unico, amatissimo figlio ormai da quattro anni, sono rimasti sul palco del teatro, abbracciati l’uno all’altra, giunchi piegati da un uragano incapace di spezzarli, quasi sperduti sul quel piccolo palco, eppure giganteschi testimoni del potere assoluto della solidarietà.