Gli infermieri lanciano l’allarme: "Impreparati a un’altra emergenza"

Leto (Fp Cgil Asl Toscana centro): "Le carenze strutturali negli organici ci manderebbero in crisi". Il San Giuseppe deve pure fare i conti coi lavori di ristrutturazione: 21 posti in meno nel reparto di medicina.

EMPOLI

Il Covid che rialza la testa, la mancanza strutturale di personale e 21 posti letto in meno nel reparto di medicina rischiano, nelle prossime settimane, di creare non pochi disagi all’interno del San Giuseppe di Empoli. Lo spiega, con una certa preoccupazione, la delegata per l’area empolese della Fp Cgil Asl Toscana centro, Sabrina Leto. "Se dovesse ritornare un’altra pandemia – dice Leto – non so se stavolta il sistema sanitario reggerebbe, perché è stato ulteriormente depauperato. Chi può, tra infermieri e Oss, cerca di andare in pensione per paura di ritrovarsi penalizzata la mensilità alla luce della nuova legge di bilancio". Chi resta in servizio, invece, si ritrova con maggiori carichi di lavoro da sostenere. "Le bolle Covid, riaperte all’interno dei reparti — prosegue Leto — creano un problema in termini di assistenza: il personale è già carente, non ci sono forze in più, e un infermiere o un Oss che debbano entrare in una bolla devono vestirsi con i dispositivi anti contagio e rispogliarsi una volta che escono. Questa procedura richiede gioco forza del tempo che viene tolto all’assistenza. Tutto ciò crea stress per gli stessi operatori e per i pazienti nei reparti". Nel presidio di viale Boccaccio c’è poi un altro problema che con l’aumento dei ricoveri potrebbe mandare in affanno i reparti di degenza. "Al momento dobbiamo fare a meno di un intero reparto di medicina da 21 posti letto: sono in corso dei lavori di ristrutturazione che dovrebbero terminare entro la prossima primavera – spiega la sindacalista – Capita, dunque, che pazienti che dovrebbero essere ricoverati in medicina, non trovando posto, vengano appoggiati nei reparti chirurgici. Questo, però, presuppone che reparti tarati con un certo numero di personale debbano comunque riuscire a rispondere a criticità con il risultato che lo stesso personale in servizio si ritrovi in affanno".

A tutto ciò si sommano poi le legittime ferie dei dipendenti da smaltire, le malattie, le aspettative. "Siamo preoccupati, perché la situazione che ci troviamo davanti non è affatto facile. Gli standard assistenziali previsti con un infermiere ogni sei pazienti, allo stato attuale, non sono rispettati". Il problema della carenza di forze in campo riguarda anche gli operatori socio sanitari, figure molto importanti, per il lavoro che svolgono, all’interno dei reparti. "Nell’area chirurgica dove ci sono 24 posti letto di notte non c’è l’Oss – fa sapere Sabrina Leto – e questo comporta una mole di lavoro in più per gli infermieri. Sappiamo che entreranno nuove leve a dicembre, ma sono numeri bassi, non sufficienti a coprire la carenza".

Irene Puccioni