![L’evento si terrà il 4 aprile, in concomitanza dell’anniversario del collettivo "Esibirci in zona significa restituire tutto ciò che abbiamo ricevuto" . L’evento si terrà il 4 aprile, in concomitanza dell’anniversario del collettivo "Esibirci in zona significa restituire tutto ciò che abbiamo ricevuto" .](https://www.lanazione.it/image-service/view/acePublic/alias/contentid/YmNjYjUyZjMtZWM4OC00/0/i-bnkr44-tornano-a-casa-dallariston-a-la-vela-ce-tocca-il-cielo-fest.webp?f=16%3A9&q=1&w=1280)
L’evento si terrà il 4 aprile, in concomitanza dell’anniversario del collettivo "Esibirci in zona significa restituire tutto ciò che abbiamo ricevuto" .
di Damiano Nifosì
EMPOLI
Da Empoli a Sanremo e di nuovo a Empoli. A poco più di un anno di distanza dalla loro prima, storica partecipazione al Festival, i BNKR44 scelgono di tornare nella loro terra natia con “Tocca il cielo Fest“, un festival dedicato alla loro musica e a quella di numerosi artisti che si esibiranno il 4 aprile prossimo durante la giornata a La Vela Margherita Hack di Avane. Così il collettivo composto da Caph, Erin, Fares, Faster e Piccolo al microfono, con JxN che cura le produzioni, ha deciso di restituire qualcosa al territorio che li ha lanciati, raccontando che cosa significa per loro questo evento.
Spesso e volentieri rivendicate il vostro legame con la provincia: da dove nasce?
"Nasce dall’esperienza diretta di viverla ogni giorno, con tutto ciò che comporta: i ritmi più lenti, il senso di comunità e quella particolare intimità che si crea con i luoghi e le persone", spiega Faster. "Non abbiamo mai schifato la città, anzi, ci affascina per tutto quello che offre e per la possibilità di perdersi nel flusso senza essere sempre riconosciuti - aggiunge Erin -. Ma la differenza si sente. In città c’è un continuo rinnovarsi, una velocità che spinge a correre senza guardarsi indietro, mentre qua il tempo si ripete e ti permette di fermarti e dare più valore alle connessioni: tutto ciò si riflette anche inevitabilmente sul nostro modo di fare musica e scrivere canzoni".
Essere nati musicalmente in provincia è un valore aggiunto o un ostacolo?
Piccolo, convinto, afferma: "Assolutamente un valore aggiunto. Certo, la provincia può apparire come un ambiente limitato rispetto alle metropoli, ma è proprio lì che abbiamo imparato a valorizzare ogni opportunità. L’assenza di infrastrutture sofisticate ci ha spinti a essere creativi e a sviluppare uno spirito che si alimenta di sfide quotidiane. Le difficoltà ci hanno insegnato a cercare la bellezza e l’invenzione, trasformando ciò che molti potrebbero considerare un ostacolo in una fonte sincera di ispirazione".
Cosa aggiunge la provincia alla vostra identità?
È Caph che risponde: "La provincia ci ha insegnato a essere fedeli a noi stessi e a trasformare ogni esperienza, anche la più ordinaria, in una trasmissione di emozioni e idee. Aggiunge una componente autentica e radicata. È in questo ambiente che abbiamo sviluppato un modo di fare musica che cerca un ponte tra il quotidiano e l’universale: racconta storie di piccole vittorie, di sogni e di sfide interne che molti riconoscono nei propri vissuti".
Da Villanova a Sanremo e ora di nuovo in zona: voglia di tornare alle origini?
"Il percorso da Villanova a Sanremo rappresenta per noi un viaggio che va oltre il semplice successo artistico - commenta JxN -. Ci ha messo in contatto con un mondo nuovo. E anche se è stato un trampolino di lancio, il nostro cuore è rimasto nella provincia che ci ha formato. Tornare in zona significa, in un certo senso, restituire tutto ciò che abbiamo ricevuto: ispirazione, supporto e autenticità. È un ritorno alle origini che non è fatto di nostalgia, ma di gratitudine e responsabilità".
Quello della monotonia in provincia è un tema ricorrente nella vostra musica: sentite ancora la stessa noia?
"La ’noia’ in provincia è un tema ricorrente e, paradossalmente, una fonte di grande ispirazione - dice Piccolo -. Se da un lato la routine quotidiana può apparire monotona, dall’altro diventa il terreno fertile dove germogliano le idee più autentiche e sincere. Portare sul palco quella ’noia’ significa trasformarla in qualcosa di artistico, capace di raccontare la realtà senza filtri e con una certa ironia. Tantissime persone ci hanno scritto dicendo che le nostre canzoni li hanno fatti sentire meno soli. Questo riscontro ci conferma che, in realtà, casa non è sinonimo di limitazioni, ma di infinite possibilità creative, dove anche la noia stimola".
Parliamo del festival: cosa ci dobbiamo aspettare?
Per Erin: " “Tocca il cielo Fest” è concepito come un evento unico e non convenzionale, che unisce le caratteristiche di un raduno, un concerto e una festa di compleanno. Oltre alla nostra esibizione live, l’evento include mostre, sorprese per i fan e performance di ospiti speciali. Con noi ci saranno sia collaboratori storici sia nuove figure emergenti della scena musicale". "Abbiamo suonato in tante città, ma sentivamo il bisogno di fare qualcosa qui, a casa nostra - aggiunge Piccolo -. La Vela di Empoli è il posto giusto per questo evento: è vicina a Villanova, dove tutto è iniziato, e rappresenta perfettamente l’idea di uno spazio che guarda al futuro ma senza dimenticare le proprie radici. Ci arrivano spesso messaggi di ragazzi di zona che ci chiedono quando torniamo a suonare qui, e questo festival è il nostro modo di rispondere, di condividere con loro quello che abbiamo costruito".
Il legame col territorio è destinato a durare? O la vostra musica vi porterà altrove?
Fares pronostica: "Andremo ovunque la musica ci porterà, senza porci limiti, ma il legame con questo territorio non si spegnerà mai. È il posto dove siamo cresciuti, dove ci siamo formati, e anche se i nostri suoni e le nostre parole possono arrivare lontano, sappiamo sempre da dove veniamo. La nostra ambizione non è scappare, ma portare ciò che siamo fuori, con orgoglio. E chissà, magari un domani saremo in giro per il mondo, ma torneremo sempre qui per fare qualcosa di speciale, come stiamo facendo con questo festival".