
L’assessora Aglaia Viviani che ha la delega alle politiche giovanili
"La scuola è noiosa. Ci parla di cultura, ma non di quello che affronteremo. Ci informa del passato, invece dovrebbe formarci per il futuro". "Abbiamo appena imparato a camminare, che ci viene chiesto di correre". "La generazione Z ha paura del giudizio degli altri, di non piacere". "E mancano gli spazi per ritrovarsi dopocena: pochi, tutti a pagamento, e con molti divieti". Hanno utilizzato frasi, musica, contenuti multimediali, interviste e questionari per raccontarsi, raccontare chi sono, come stanno, di cosa hanno bisogno e come stanno vivendo il periodo più delicato: quello dell’adolescenza. I feedback di 263 giovani che studiano e frequentano i luoghi di aggregazione di Montelupo Fiorentino serviranno a costruire. A ripartire da nuove ed efficaci politiche giovanili che abbiano una missione precisa: ascoltare i ragazzi, coinvolgerli, educarli. Si è conclusa l’indagine promossa dal Comune di Montelupo - svolta tra ottobre 2024 e gennaio 2025 - finalizzata a decifrare il mondo delle giovani generazioni.
"Ho ritenuto essenziale avviare questa indagine - ha spiegato l’assessora alle politiche giovanili di Montelupo, Aglaia Viviani-. Durante la pandemia, gli adolescenti sono stati i soggetti che più di tutti hanno sofferto l’isolamento e la mancanza di socialità. Ne vediamo ancora oggi le conseguenze. Prima di proseguire con progetti nuovi, è stato necessario fermarsi e analizzare". Giusto, perchè quanto emerso restituisce un quadro complesso: una generazione da un lato animata da vitalità e senso civico, ma allo stesso tempo attraversata da fragilità e da un crescente disagio. C’è la pressione esercitata dalla scuola e dalla società, vissuta come un contesto stressante, centrato sulla prestazione e poco attento alle individualità. E’ diffusa la percezione di non essere compresi dagli adulti e viene richiesta con urgenza la creazione di spazi di ascolto, dialogo e confronto, liberi dal giudizio.
L’indagine è stata condotta dal Consorzio COeSO, un lavoro intenso al termine del quale è emerso un panorama polarizzato. Tecnologie e social media sono spesso percepiti come ambienti ansiogeni a cui è difficile sottrarsi, e che alimentano l’attenzione costante verso l’immagine di sé. Schiavi dei like e alla continua ricerca dell’approvazione, i giovani vivono con disagio anche la digitalizzazione scolastica: in molti riferiscono di controllare compulsivamente il registro elettronico. Negativa la percezione per quanto riguarda le opportunità offerte dal territorio: si sottolinea la mancanza di luoghi di aggregazione ’sani’ e sicuri. "Davanti a un’emergenza (e lo abbiamo visto nei giorni dell’alluvione) una comunità coesa si unisce e reagisce, risponde. Crea un comitato, si adopera per la risoluzione del problema - prosegue Viviani - Abbiamo pensato di far qualcosa di analogo con i giovani e per i giovani". Alla luce delle criticità legate al disagio giovanile e sfociate anche nel territorio montelupino in episodi di vandalismo e risse, concentrati soprattutto nel periodo estivo che è alle porte, l’urgenza di impegnarsi nell’analisi del problema e nella prevenzione. "Abbiamo raggiunto i ragazzi, chiesto loro come stanno. Li abbiamo ascoltati. Dobbiamo occuparcene tutti. Così si fa la comunità educante".
Ylenia Cecchetti