I nostalgici di Ponzano: "Ballottaggio a sinistra?. Segnale forte e inatteso. Nulla è come prima..."

All’Arci nato nel 1946 la riflessione è amara guardando al futuro. Il numero dei soci è in calo e ormai ’latita’ un’ideologia condivisa. Il consiglio del veterano: "L’amministrazione pensi alle periferie". .

I nostalgici di Ponzano: "Ballottaggio a sinistra?. Segnale forte e inatteso. Nulla è come prima..."

I nostalgici di Ponzano: "Ballottaggio a sinistra?. Segnale forte e inatteso. Nulla è come prima..."

"Tra destra e sinistra, una polemica così non ci sarebbe stata". Manifesti di uno e dell’altro candidato nascosti, boicottati o addirittura strappati. La Peroni ghiacciata non si alza più solo per brindare al nome del partito che unisce, ma per far pace dopo aver discusso. Lo stesso vale per la scopa; se prima volavano sacramenti di fronte a una giocata sbagliata ora la giocata si interrompe per parlare di ballottaggio. È stato questo il film vissuto nelle ultime settimane in alcuni dei circoli Arci empolesi in attesa del verdetto delle urne. Empoli che va al ballottaggio, una prima volta nella storia e per questo particolarmente sentita. "Mai vista una guerra così".

Masi contro Mantellassi, se il finale è stato da brivido oggi che la città ha il suo sindaco – dem – parla chi i circoli li frequenta tutti i giorni. Alle 13.30 a Ponzano (numeri alla mano, la frazione è tra quelle che ha rinnovato la fiducia a Mantellassi) si sfoglia il giornale e si commenta la svolta epocale. "Andare al ballottaggio è servito a far aprire gli occhi ad un Pd che governa da sempre, ma che ha sempre meno consensi – dice qualcuno prendendo il caffè –. Che serva di lezione per ascoltare di più il cittadino".

"Ci meraviglia essere arrivati allo scontro tra due forze di sinistra – commenta Bruno Pasqualetti –. Non ce l’aspettavamo. Ci aspettavamo invece il risultato finale. È stato un ballottaggio inatteso, un segnale forte: qualcosa deve cambiare". Con una punta di nostalgia Pasqualetti, che frequenta il circolo di via Ponzano tutti i santi giorni, ricorda il tempo che fu. "Il Covid è stato lo spartiacque nel cambio di abitudini. Molti pensionati preferiscono stare a casa. Non ci si incontra più. Io qui ci sono cresciuto. Il circolo è nato nel 1946 e oggi non lo si riconosce quasi più. Si arranca. Ci vuole volontà per andare avanti ma mancano volontari. Stiamo formando il nuovo consiglio, è dura riproporsi come centro di aggregazione. Perché siamo cambiati noi. È cambiata la città".

Anche Franco Evangelista è una memoria storica di Ponzano. "La priorità per la nuova amministrazione dovrebbe essere una: guardare le periferie. E Mantellassi comunque le ha girate tutte. Difficile mantener fede a tutte le promesse fatte in campagna elettorale, ma ci auguriamo stia in ascolto. Come salvare i circoli? Andranno a sparire. Sono diventati bar, non c’è più ideologia dietro. Era bello quando eravamo tutti uniti come soci. Eravamo anche 250, un conto oggi dimezzato. Ci vorrebbe il volontariato sano, quello di una volta, senza scopi politici. Fatto per passione e per il bene dell’Arci, non per sperare di ricoprire una carica, accaparrarsi una sedia". Raro. Ma qualche giovane lo intercettiamo. "Il pensiero unilaterale tra i soci non c’è più – dice Marco Matassa – Masi e Mantellassi: la spaccatura è stata evidente, il risultato degli errori negli ultimi tre anni di mandato. E dagli errori bisogna imparare". Ylenia Cecchetti