Empoli, 14 marzo 2023 – Seconda per numero di ricoveri e dotata di strumentazione all’avanguardia grazie alla generosità di un paziente curato al suo interno nel periodo Covid. Sono i numeri dell’area ’stroke’ dell’ospedale San Giuseppe, inferiore solo al Santo Stefano di Prato all’interno del territorio dell’Asl Toscana Centro per volume di ricoveri per ictus cerebrale ischemico.
I dati emergono dal programma esiti Agenas e si riferiscono al 2021. L’area è nel reparto di Medicina Interna II, diretto dal dottor Luca Masotti, e accoglie ogni anno circa 600 pazienti, di cui più della metà affetti da ictus cerebrale ischemico.
Per identificare le cause di questa patologia è fondamentale l’uso di strumentazione che consenta un monitoraggio prolungato elettrocardiografico finalizzato alla ricerca anche della fibrillazione atriale occulta, ovvero non manifesta, che rappresenta una delle cause di questo tipo di ictus. La novità è che da alcuni mesi l’area ’stroke’ si è dotata di una nuova strumentazione tecnologica, due sistemi di monitoraggio elettrocardiografico, utili nella ricerca della fibrillazione.
Questo permette di registrare l’attività cardiaca per 48-72 ore, già durante il ricovero, alla maggior parte dei pazienti in cui è stato rilevato un sospetto di fibrillazione atriale occulta, per poi programmare un eventuale monitoraggio di 2 settimane ai pazienti in cui il monitoraggio durante il ricovero risulti negativo ma permanga un alto sospetto di problematiche legate al battito cardiaco.
I pazienti con ictus cerebrale ischemico da possibile causa emboligena ogni 15 giorni sono inoltre sottoposti a un monitoraggio prolungato di 2 settimane con loop recorder Ecg non impiantabili. Ogni anno pertanto circa 40-45 pazienti che hanno avuto un ictus cerebrale ischemico da causa non determinata sono sottoposti a monitoraggio prolungato elettrocardiografico di 2 settimane.
La selezione è tale che attualmente è possibile rilevare una fibrillazione atriale occulta in circa il 50 per cento dei pazienti sottoposti a questo tipo di trattamento. "In circa due pazienti su dieci con ictus cerebrale ischemico non è possibile definire la causa che lo ha determinato dopo l’esecuzione di accertamenti diagnostici cosìddetti di primo livello. In questi pazienti, specie se ultrassessantacinquenni, la principale causa è rappresentata da una fibrillazione atriale subclinica o occulta, cioè non rilevabile a un elettrocardiogramma basale o a un Holter Ecg di 24 ore. E’ pertanto fondamentale ricercarla e ciò può essere effettuato attraverso un monitoraggio continuo", dice il dottor Masotti.
L’acquisizione di questa nuova strumentazione è stata possibile grazie alla generosità di un paziente, ricoverato al San Giuseppe e guarito da una grave forma di Covid, in aggiunta a un premio vinto a un Congresso Nazionale di Medicina Interna proprio sul percorso di ricerca della fibrillazione atriale nel paziente con ictus cerebrale ischemico.