di Fabrizio Morviducci
EMPOLI
Scegliere la vita militare, il dare valore a parole come servizio e Nazione, potrebbe sembrare una decisione fuori dal tempo, soprattutto per un ventenne. Ma la storia di Paolo Nannelli, empolese, che tra i cadetti dell’accademia di Modena hanno recentemente giurato fedeltà all’Italia, dimostra il contrario.
Come ha deciso di entrare nell’esercito?
"Prima di entrare in Accademia vivevo con i miei genitori e le mie due sorelle, ho frequentato il liceo scientifico bilingue. Sono il primo della mia famiglia a intraprendere la carriera militare e ciò, inizialmente, ha generato una serie di dubbi nei miei genitori, che non avevano familiarità con questo mondo. Con il tempo, però, hanno visto la mia determinazione e la crescita personale che ne è derivata. Questo ha cambiato la loro prospettiva portandoli a sostenere con orgoglio la mia scelta. Oggi mi supportano pienamente nel mio percorso".
Come si immagina tra dieci anni? Quali sono le sue aspirazioni all’interno dell’Esercito?
"Tra dieci anni mi immagino come capitano ingegnere meccanico presso il polo di mantenimento pesante nord, situato a Piacenza, con una solida esperienza nella gestione e nell’ottimizzazione dei cicli di manutenzione dei veicoli militari. Aspiro a crescere professionalmente, migliorando le mie conoscenze all’interno dell’ambito professionale e contribuendo all’innovazione e all’efficienza del settore logistico dell’Esercito".
Come pensa che questa esperienza l’abbia reso diverso rispetto a chi ha scelto percorsi civili di studio o lavoro?
"Questa esperienza mi ha insegnato valori che nel mondo civile non avrei potuto apprendere. Inoltre, ho imparato ad ottimizzare i tempi e la mia capacità di prendere decisioni. Tutto ciò ha avuto un forte impatto anche a livello didattico, poiché mi ha permesso di migliorare la qualità e l’efficienza del mio studio".
Qual è la vostra giornata tipo?
"Ogni giorno in accademia ci mettiamo alla prova. È un’esperienza caratterizzata da continue sfide e opportunità che mi hanno permesso di crescere come persona. Ogni giorno affronto nuove prove, sia fisiche sia mentali, mettendo alla prova le mie qualità e i miei valori. La sfida più grande che ho dovuto affrontare è stato il distacco dalla vita civile, che mi ha richiesto un forte spirito di adattamento, ma che mi ha anche permesso di sviluppare una maggiore consapevolezza in me stesso".
La vita militare non è inusuale per un giovane di venti anni.
"È una sfida. Giurare fedeltà alla Repubblica significa onorare la Costituzione e i suoi valori fondanti. È un impegno verso la libertà, l’uguaglianza e la giustizia per ogni cittadino. Questo giuramento rappresenta la volontà di difendere la democrazia in ogni circostanza. Per me, è un legame profondo con la storia e le tradizioni della nostra Nazione. Significa accettare la responsabilità di contribuire al progresso della società".