REDAZIONE EMPOLI

Il Calcio sociale compie dieci anni "La nostra forza sono le diversità"

Yuri Stabile: "Cambiando le regole si ottengono grandi risultati. E a noi i trofei non interessano"

Il Calcio sociale compie dieci anni "La nostra forza sono le diversità"

Cambiare le regole del calcio per ridiscutere le regole del mondo. Con questa ambizione è nato ad Avane nel 2013 il progetto socio educativo Calcio Sociale, gestito dalla Cooperativa Il Piccolo Principe e dall’Associazione Noi da grandi onlus, e a distanza di dieci anni può festeggiare questo primo traguardo con la consapevolezza di aver raggiunto molti degli obiettivi che si era prefissato. "Se mi guardo indietro, la prima cosa che mi balza agli occhi sono le relazioni che si sono create sia dentro che fuori dal campo, tra persone di diversa estrazione sociale e con vissuti completamente diversi, nella condivisione di un percorso comune – esordisce Yuri Stabile, vice presidente della Cooperativa Sociale Il Piccolo Principe – E onestamente, quando abbiamo cominciato, non me lo sarei mai aspettato. Come chiunque pratichi sport, però, la vera domanda che ci dobbiamo porre è: cosa vogliamo vincere? Noi non puntiamo ai trofei, ma forse alla partita più difficile di tutte, specialmente nel contesto storico in cui viviamo, ossia stare insieme accettando ognuno le diversità dell’altro".

L’aspetto più difficile di questo progetto, ma che allo stesso tempo ha dato maggiori soddisfazioni nel vederlo realizzato, sta proprio nel far convivere all’interno del rettangolo di gioco ragazzi con le più disparate fragilità, da coloro che hanno delle disabilità a chi vive un particolare disagio giovanile. Per questo sono state inserite delle particolari regole come, per esempio, che non si possono segnare più di tre gol a testa o che i rigori vengono battuti da chi tocca meno la palla, passando per l’assenza dell’arbitro in modo che ciascun giocatore si prenda le proprie responsabilità. "Credetemi, non è affatto facile far accettare certe situazioni – prosegue Stabile – ma quando i vari educatori ci confermano che i ragazzi sono cambiati molto da quando partecipano a questo progetto significa che siamo sulla strada giusta. Proprio per questo, in questi anni il progetto si è allargato anche alle frazioni più in difficoltà dal punto di vista della possibilità per tutti di fare attività sportiva, come ha abbracciato altre discipline dal social volley che facciamo in collaborazione con la Cerretese Pallavolo al social basket, nato pochi mesi fa con l’aiuto dell’Use Empoli, e molte altre saranno coinvolte in futuro". Chi questo progetto lo ha sposato con passione fin dal primo momento sono stati i due fondatori Vincenzo Russo e Alessandro Orlando ed è proprio quest’ultimo a fare un bilancio di quanto fatto finora: "Quando siamo partiti non avrei mai pensato di arrivare così lontano, sono stati fatti tanti progressi, ma allo stesso tempo si può fare ancora molta strada. Vedere la gioia e la voglia con cui i ragazzi stanno insieme ci ripaga di ogni sforzo e poi, personalmente, vuol dire tanto per me prendersi la responsabilità di seguire la squadra Under 18 che mi è stata affidata proprio quest’anno in collaborazione con Corrado".

Nella giornata celebrativa di questi primi 10 anni di attività, andata in scena ieri alla Vela Margherita Hack di Avane, oltre ad una serie di partite ai vari sport, si è svolto anche un focus group sullo sport e l’inclusione, a cui hanno partecipato una quarantina di rappresentanti di varie realtà anche extra regionali. Tra questi Ruggero Russo, formatore e consulente dell’ente promozione sportiva Polisportive Giovanili Salesiane al cui progetto di Sport Inclusivo ha aderito anche Calcio Sociale. "La nostra idea è mettere la persona al centro del progetto sportivo – ha dichiarato – cercando di divulgare una nuova cultura che veda lo sport come un ambito di crescita personale tanto a livello fisico quanto sotto l’aspetto emozionale e sociale".

Simone Cioni