L’argento di Silvana Stanco è finora l’unica medaglia rimediata dalla Nazionale italiana di tiro a volo alle Olimpiadi di Parigi. Proprio quella nazionale italiana che ha rappresentato l’apice della carriera sportiva di Piero Quagli, operatore empolese nel campo della sicurezza che non ha avuto la fortuna di partecipare a una kermesse a cinque cerchi, ma che le proprie soddisfazioni se le è tolte eccome. "Per poter ambire a certi traguardi devi poterti dedicare esclusivamente alla parte sportiva e questo non me lo sono mai potuto permettere, anzi lavorando ho sempre dovuto fare sacrifici notevoli per portare avanti questa mia passione – racconta il 62enne tiratore empolese – ma gareggiare contro i più grandi tiratori del mondo, e spesso batterli, mi ha sicuramente ripagato di tutti gli sforzi fatti". Tesserato per la prima volta nel 1985 con la squadra di Montecatini, Quagli è stato Serie A Elite fino al 2000 vincendo una quindicina di campionati toscani individuali ed altrettanti a squadre, oltre al campionato italiano, anche in questo caso sia individuale che a squadre. Ha riscosso successi anche all’estero, chiudendo al secondo posto un prestigioso torneo nell’allora Cecoslovacchia, salendo sul terzo gradino del podio a squadre nel torneo del centenario in Spagna e più recentemente nel 2005 risultando uno dei sei finalisti a una competizione di alta profilo in Slovenia. Ma la punta dell’iceberg è la partecipazione alle gare con la divisa della Nazionale azzurra di tiro a volo, nel 1991 e nel 2000. "È stato bello spostarsi e gareggiare con i colori del mio Paese. Nel 1999 durante un campionato italiano feci il record del mondo con 150 piattelli su 150 colpiti, ma purtroppo non mi venne omologato perché a quel tempo ero ancora un Prima Categoria – ricorda Quagli –. Diciamo che questa disciplina l’ho sempre avuta nel sangue fin da quando, per passare un po’il tempo, andai per caso a tirare al piattello a un campetto che c’era a quel tempo a Botinaccio. Fu amore a prima vista e appena mi iscrissi alla squadra di tiro a Montecatini vinsi subito il trofeo delle Tre Marie di Terza Categoria".
"Sicuramente quando ho iniziato mai mi sarei immaginato di vincere così tanto – prosegue – e dopo quarant’anni ed oltre sessant’anni di età ancora mi diverto ad andare al campo di tiro, nonostante sia ormai prossimo alla categoria Veterani. Una passione che purtroppo non riscontriamo nei giovani, troppo attratti da uno smartphone invece di imparare una disciplina sportiva. Per un breve periodo,l’anno scorso ho seguito anche il Settore Giovanile Toscana, ma poi ho mollato. Purtroppo questo sport ha poco futuro sebbene tre o quattro ragazzi interessanti ci siano in Toscana". Tra le numerose vittorie e medaglie che riempiono la sua bacheca c’è solo una partita che Quagli non è riuscito a vincere, quella di realizzare un campo di tiro a Empoli. "Diversi anni fa c’era la possibilità di avere a disposizione un terreno a Monteboro – conclude – ma più che impegnarmi a trovare il luogo e gestire l’organizzazione non potevo fare. Così provai a sondare il terreno con qualche investitore, ma nessuno mi seguì e così l’idea tramontò in partenza".