IRENE PUCCIONI
Cronaca

Il caso della struttura di Terrafino, Fish: "No al polo per la disabilità"

La Federazione dell'handicap: "E' mancata la consultazione"

Vivanti

Empoli, 23 gennaio 2017 - «I diritti umani non si possono negare alle persone con disabilità. Nemmeno in nome della protezione». Al coro di voci contrarie al progetto del Polo delle disabilità che verrà realizzato al Terrafino si aggiunge quella della dottoressa Donata Vivanti, che, oltre ad essere madre di due persone adulte autistiche, è presidente della Fish Toscana (Federazione Italiana per il superamento dell’handicap) e vice presidente dell’Osservatorio Europeo per la disabilità.

«Come Fish Toscana – dice Vivanti – apprezziamo l’impegno del Comune di Empoli di dare risposta alle necessità degli adulti con autismo o altre disabilità, ma lo spostamento e l’accentramento di 78 persone con disabilità gravi in un’unica struttura rappresentano una scelta che si limita a gestire la persona come un oggetto da collocare in un posto piuttosto che in un altro, violando gli obblighi sanciti dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità e la legge nazionale di ratifica approvata nel 2009».

La dottoressa Vivanti fa inoltre presente che la delibera del Comune di Empoli, che autorizza la costruzione del Polo per la disabilità in località Terrafino, precede una specifica raccomandazione del Comitato dell’Onu per i diritti delle persone con disabilità, indirizzato all’Italia nel settembre 2016, che chiede «di reindirizzare le risorse dall’istituzionalizzazione a servizi radicati nella comunità».

«Per ovviare a questa ‘distrazione’, Fish Toscana – spiega la presidente – si è impegnata a proporre soluzioni alternative in linea con i diritti umani delle persone con disabilità e con gli orientamenti della Federazione nazionale per il superamento dell’handicap, in un’ottica di collaborazione costruttiva. Dispiace constatare che il nostro parere e le nostre proposte, anziché avviare un percorso condiviso di ricerca di soluzioni più inclusive e più sostenibili per la collettività, di cui peraltro esistono già esempi di buone pratiche anche in Toscana, abbiano determinato di fatto la sua esclusione dal tavolo regionale di discussione e la chiusura del Comune di Empoli a ogni dialogo. Sempre in virtù della Convenzione Onu (art. 4.3 e 4.5, Obblighi generali») – conclude Vivanti –, le amministrazioni comunali non sono esenti dal dovere di consultare strettamente le associazioni rappresentative delle persone con disabilità in merito a ogni iniziativa che abbia un impatto sulla loro vita».