Il decreto "salva-casa". In arrivo le nuove regole per sanare i piccoli abusi

Per essere a norma, sanzione da mille a 30mila euro a seconda del valore. Più flessibili le tolleranze costruttive (altezze e volumi). Ecco come funziona.

Il decreto "salva-casa". In arrivo le nuove regole per sanare i piccoli abusi

Il decreto "salva-casa". In arrivo le nuove regole per sanare i piccoli abusi

È entrato in vigore il 30 maggio scorso il decreto salva-casa, che introduce importanti novità nel settore edilizio. Non un condono per abusi edilizi, ma un provvedimento che mira a regolarizzare le irregolarità meno gravi. Secondo il ministero delle infrastrutture e dei trasporti, l’obiettivo è ’liberare’ gli appartamenti bloccati da normative rigide, che ne impediscono ad esempio la vendita o l’accesso a mutui e sovvenzioni. Il decreto permette di sanare situazioni come modifiche a finestre, balconi, porte, verande, pareti e, in alcuni casi, intere stanze. "E’ ancora presto entrare nei dettagli – spiega Stefano Calamai, geometra del collegio dei geometri di Firenze – perché dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, Camera e Senato avranno i consueti 60 giorni per la conversione in legge. Poi molto dipenderà da come le singole regioni recepiranno il decreto. Le regole potrebbero diventare più stringenti". L’esperto conferma però che non sarà un provvedimento in stile ’bomba libera tutti’. "Nei casi di abusi edilizi più gravi, infatti – sottolinea Calamai – resta la doppia conformità, ovvero la conformità alle normativa edilizia e urbanistica vigente sia al momento della realizzazione e sia al momento della presentazione dell’istanza". La regolarizzazione delle difformità è comunque onerosa: si paga una sanzione pari al doppio dell’aumento di valore commerciale dell’immobile dovuto alle opere realizzate. La sanzione va da un minimo di 1.032 euro a un massimo di 30.984 euro. Maglie più larghe, invece - e nessun onere da pagare -, per i limiti di tolleranza costruttiva (fino a oggi considerato del 2%). Per gli interventi realizzati entro il 24 maggio 2024 questi saranno legati alla superficie utile dell’unità immobiliare. Il mancato rispetto dell’altezza, dei distacchi, della cubatura, della superficie coperta e di ogni altro parametro non costituirà violazione edilizia se contenuto: entro i limiti del 2% delle misure previste dal titolo abilitativo per le unità immobiliari con superficie utile superiore ai 500 metri quadrati, del 3% per le unità immobiliari con superficie utile tra i 300 e i 500 mq, del 4% delle misure tra i 100 e i 300 mq e del 5% delle misure inferiori ai 100 metri quadrati. "Questo significa che, ad esempio, se l’altezza interna prevista di una stanza per civile abitazione è di 2,70 metri – fa presente Calamai – non sarà considerata una violazione se l’altezza effettiva è ridotta fino al 5%, cioè 2,57 metri".

Monica Pieraccini