YLENIA CECCHETTI
Cronaca

Il femminismo si impara. Lezione pubblica al Virgilio: "Dove nasce la violenza?"

L’idea durante un progetto liceale dedicato a storia e femminicidi. Dalla riflessione sulla morte di Giulia Cecchettin la voglia di agire. Ieri il debutto con la presentazione del libro della filosofa Bertelli. .

Linda Bertelli alla presentazione di ieri al liceo Virgilio (Gasperini/FotoGermogli)

Linda Bertelli alla presentazione di ieri al liceo Virgilio (Gasperini/FotoGermogli)

di Ylenia CecchettiEMPOLIIl lavoro è iniziato a febbraio, ieri il terzo incontro; il primo a porte aperte. Poche ma tutte motivate le studentesse che hanno scelto di partecipare al corso di “Storia del movimento femminista“ proposto dal professor Carmelo Albanese, storico e docente del Liceo Virgilio di Empoli. Un corso per tutti, che assume un significato importante viste le notizie degli ultimi giorni, ma si potrebbe dire mesi, anni. L’esperimento ha suscitato clamore, "l’idea è sembrata originale – spiega il professore di storia e filosofia commentando sulle reazioni scaturite dall’annuncio di queast–, ma me ne stupisco. Insolito che nessuno ci abbia pensato prima alla luce di come va il mondo". C’è stata poi una tragica coincidenza. La presentazione dell’iniziativa ha coinciso con i femminicidi di Sara Campanella e Ilaria Sula, due giovani studentesse. E proprio in questi giorni stanno facendo discutere le 143 pagine di motivazioni con cui i giudici della Corte d’Assise di Venezia hanno condannato all’ergastolo Filippo Turetta, reo confesso di Giulia Cecchettin: "75 coltellate inferte per inesperienza".

È partito tutto da questo caso, l’ennesimo di cronaca: in classe, il confronto sul femminicidio di Giulia. "Quello che è successo a lei lo vediamo ogni giorno, poteva capitare a noi. E se non è successo, è stata pura casualità". "Davanti a queste considerazioni – ha spiegato Albanese – ho sentito il bisogno di fare qualcosa. Negli ultimi anni le ragazze si sono perse, anche in ragione dei social, della solitudine che questo strumento produce. Occorreva tornare alle fondamenta del pensiero femminista, per far comprendere loro che c’è bisogno di stringersi tutte insieme, guardarsi negli occhi e guardare nella stessa direzione". Così è nata l’idea di un percorso che ha portato le giovani a lezione di femminismo, ripercorrendo le tappe del movimento, dalla rivoluzione francese agli anni Settanta. Sono stati organizzati incontri con esperte, come quello di ieri dove la filosofa Linda Bertelli, docente di Estetica e prorettrice della scuola Imt Alti studi di Lucca, è stata invitata a rispondere ai quesiti della platea.

L’occasione è stata la presentazione de “Il corpo delle pagine - scrittura e vita in Carla Lonzi“, libro della Bertelli sul quale le studenti del corso hanno dialogato, riflettendo sulla figura dell’attivista e saggista fiorentina teorica del femminismo radicale. "Il femminismo è diffuso? È guardato con diffidenza?", si sono chieste le giovani. "Secondo noi è spesso guardato con disprezzo dai maschi delle nuove generazioni, che tendono ad essere sempre più violenti. E di questa escalation, la colpa può essere anche in parte dell’approccio del femminismo che non arriva come dovrebbe alle donne, che non vi si riconoscono?". "Il patriarcato influenza la vita di noi studentesse? Come è possibile non rendersene conto?".

"Se il femminismo non è popolare è perché è molto difficile – ha dichiarato in apertura di dibattito Bertelli –. E a noi, come società contemporanea, non piacciono le cose difficili. C’è una generale tendenza alla semplificazione. È difficile vivere una vita femminista, praticarla, è una strada stretta. Ma è una difficoltà che ci dobbiamo assumere, senza tentativi di semplificazione. Portare il femminismo nelle scuole è vitale. Un atto di resistenza alla violenza che dilaga".

Il prossimo appuntamento, il 23 aprile con Giulia Siviero e il libro “Fare femminismo“. Per questa prima edizione hanno partecipato in venticinque. Grandi assenti, proprio loro, gli studenti. "Tutte donne, tranne uno – conclude il professore –. Un’altra questione che meriterebbe attenzione. Ma non ci stupiamo troppo, o scivoliamo nell’ipocrisia. L’assenza è il prodotto della società. Quel che è certo è che la storia può dare qualcosa a tutti, ed è su su questo che ci concentreremo l’anno prossimo. La sfida, ora, era trovare un gruppo di ragazze interessate alla materia". Ed è stata vinta.