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Il futuro di Villa Balli: "Un piano per il rilancio"

Giannì: "Coprogettazione con Società della Salute, Asl e volontariato". Le sorti della struttura dopo la dismissione animano anche il dibattito politico.

Il futuro di Villa Balli: "Un piano per il rilancio"

Alcuni lavori in un centro diurno (foto d’archivio)

Una coprogettazione da attuare insieme alla Società della Salute ed all’Asl, con il coinvolgimento delle associazioni di volontariato, per un "tavolo" da convocare nei primi giorni del prossimo anno per arrivare entro la fine del 2025 ad un progetto concreto. E quel che il sindaco Francesca Giannì ha annunciato pochi giorni fa, in merito al futuro di Villa Balli. Proprio lo scorso venerdì, la prima cittadina ha effettuato un sopralluogo all’interno del centro diurno per disabili che nelle scorse settimane è tornata a far capolino fra gli argomenti del dibattito pubblico. Nella scorsa seduta del consiglio comunale, i consiglieri della Lega avevano infatti presentato un’interrogazione sul futuro della struttura alla luce dell’imminente dismissione, con i consiglieri Angelo Fiore e Susi Giglioli che avevano chiesto anche a quanto ammontasse il canone d’affitto corrisposto da Asl al Comune di Castelfiorentino. Una cifra annua che con l’ultimo adeguamento è arrivata a 21mila, che viene utilizzata per interventi manutentivi. Giannì ha fatto presente come le prime operazioni di dismissione del centro siano iniziate ad inizio anno, in quanto dalle valutazioni fatte pervenire al Comune sarebbe risultata superflua (in termini di numero di utenti) alla luce delle altre strutture presenti. E ha anticipato che l’intenzione è quella di mantenere comunque le funzioni socio-sanitarie dell’immobile: potrebbe ospitare attività laboratoriali oppure la ricollocazione di altri servizi socio-sanitari dell’Empolese – Valdelsa. I contatti con Asl Toscana Centro e Società della Salute sono stati intanto avviati. "Abbiamo visitato gli spazi con un primo gruppo di lavoro per dare nuova vita alla struttura – ha spiegato Giannì - un percorso di co-progettazione da fare insieme ad Asl e alla Società della Salute, che tenga insieme il volontariato castellano, le realtà parrocchiali, le associazioni, il terzo settore, i servizi socio sanitari. Affinché venga data luce a tutti i luoghi e a tutte le relazioni che, parlando degli “esclusi“, creano legami. E l’idea è di prevederlo in un’area di Castelfiorentino ricca di servizi sanitari e sociali, per la creazione di un vero e proprio polo".