IRENE PUCCIONI
Cronaca

Il mondo visto da una mongolfiera: ora si può

In cielo e in silenzio alla scoperta del nostro territorio

Il volo in mongolfiera

Il volo in mongolfiera

Castelfiorentino, 23 luglio 2019 - Un volo silenzioso trasportati dal vento, galleggiando nell’aria dentro un cesto di vimini. Il volo in mongolfiera è una delle esperienze da ‘almeno una volta nella vita’, che da qualche mese è resa più accessibile a tutti. Ogni fine settimana, infatti, da Castelfiorentino si alza in volo un coloratissimo pallone gigante – grazie a una convenzione tra il Comune e l’associazione Aerostatica Toscana – che trasporta i viaggiatori alla scoperta della Valdelsa da una prospettiva decisamente diversa e senza una meta precisa. Sì, perché il bello è anche questo: si sa da dove di parte, ma non si sa dove si arriva. La Nazione è salita a bordo di Olio (ogni pallone aerostatico ha un nome di battesimo) e vi racconta cosa si vede e si prova da lassù.

La partenza è dal prato di fronte a L’Ostello della Gioventù poco prima dell’alba, quando le condizioni meteo sono perfette: niente pioggia, nebbia e vento forte. L’esperienza di volo, che dura dai 45 minuti a un massimo di un’ora mezzo, comincia dal gonfiaggio a terra dell’enorme involucro, che incamera 5mila metri cubi d’aria, pari a una palazzina di tre piani. Un momento che riflette tutto lo charme del volo, che qualcuno ha definito «la danza del pilota».

Quando il pallone è pronto è tempo di salire dentro la cesta. Le raccomandazioni del pilota Stefano Travaglia, con 35 anni di esperienza in aria, sono pochissime: «Al momento dell’atterraggio aggrappatevi alle maniglie intorno al cesto, per il resto godetevi il viaggio». Ci alziamo lentamente, seguiti a terra da due automezzi che dovranno poi raccoglierci nell’area prescelta per l’atterraggio e riportarci al punto di partenza. Le prime luci dell’alba creano una magica cornice alla scena che piano piano si dilata davanti ai nostri occhi. Le case, i palazzi, le strade si fanno sempre più piccoli. L’occhio cade sui particolari: una chiesa, un giardino. La Valdelsa offre anche di più: le corse di caprioli o cavalli nei campi.

Il pilota, agendo sulle valvole del bruciatore (che scalda l’aria all’interno dell’involucro trasformando il gas propano in una potente fiamma), fa perdere leggermente quota per ‘toccare’ da vicino il paesaggio. Lo fa con il mestiere delle sue innumerevoli ore di volo. «In aria non si scherza – sottolinea Travaglia – prima di tutto si pensa alla sicurezza dei passeggeri». Quando il pallone si avvicina troppo ai tralicci della corrente elettrica, le dita del pilota scattano sulle valvole e il pallone riprende subito quota. «Quelli – avverte – sono il pericolo numero uno della mongolfiera: attirano il pallone come una calamita, è bene sempre tenersi a distanza». Il vento ci porta verso San Miniato, sorvolando le località di Dogana e Coiano, boschi, campagne e campi coltivati. In lontananza c’è una coltre di nebbia. Andare oltre è rischioso. E’ giunto il momento di atterrare. Lo facciamo con dolcezza, in mezzo a un campo di erba medica. Dove ad attenderci c’è una tavola imbandita per la colazione. Sono appena le 7.30. Il miglior buongiorno, dopo un sogno a occhi aperti.