CARLO BARONI
Cronaca

Il poliziotto campione: "Dallo sport ho imparato dedizione e sacrificio"

Lambruschini è andato in pensione da assistente capo della polizia di Stato "Tutto cominciò a Fucecchio quando partecipai ai Giochi della Gioventù".

Alessandro Lambruschini salutato dal questore di Modena Donatella Dosi

Alessandro Lambruschini salutato dal questore di Modena Donatella Dosi

"Lo sport forma il carattere, aiuta ad affrontare con determinazione la vita e a vedere che molti ostacoli che sembrano invalicabili, in realtà sono superabili". Parola di Alessandro Lambruschini, siepista delle Fiamme Oro che, nei giorni scorsi, è andato in pensione dalla Polizia di Stato. E che ora si dedica alle nuove generazioni, seguendo le giovanili nazionali. Alessandro Lambruschini vive a Modena da 26 anni, ma è fucecchiese. E alla città del Padule e di Indro Montanelli è profondamente legato. "Per Fucecchio ci sono sempre stato, e ci sarò sempre", dice.

Ma facciamo un passo indietro. Riavvolgendo il nastro di un po’ di anni. L’Assistente capo coordinatore della polizia di Stato, il 2 agosto del ‘96 alle Olimpiadi di Atlanta conquistò la medaglia di bronzo nei 3000 siepi, ma già nel ‘90 era arrivato terzo ai Campionati Europei di Spalato mentre, nel ‘93, aveva conquistato il bronzo ai Mondiali di Stoccarda, sfiorando il record italiano nella specialità per pochi centesimi. Dopo di che era arrivato l’oro agli Europei di Helsinki, in una gara che è rimasta nella storia dell’atletica leggera. Una carriera sportiva costellata di grandi successi quella di Lambruschini: anche quando tutti pensavano fosse giunto il momento di "appendere le scarpe al chiodo", lui si rimise in gioco, pronto ad affrontare altre ed emozionanti sfide. Si avvicinò così al Duathlon e nel 2006, all’età di 41 anni, vinse il bronzo agli Europei di Rimini, quindi al Biathle, dove si laureò Campione del Mondo a Montecarlo. Lambruschini è un atleta che ha portato in alto il nome del Paese e quello della Polizia di Stato.

Cosa ha significato per lei lo sport?

"Tutto, mi ha fatto crescere come uomo, mi ha formato. Sono stati anni molto belli e i successi sono arrivati anche grazie alla Polizia di Stato che mi ha sostenuto e dato l’opportunità".

Tutto cominciò lontano da dove ora vive?

"Sì, a Fucecchio, da bambino giocavo a calcio. Poi partecipai ai giochi della gioventù e cambiò tutto, presi coscienza della delle mie caratteristiche".

Pensava, allora, che sarebbero arrivati i traguardi che poi ha raggiunto?

"Sinceramente no. Guardavo le gare, mi affascinavano. Per certi versi sognavo".

Che ricordi ha delle Olimpiadi

"Stupendi, hanno un posto speciale nel mio cuore. Indescrivibili le emozioni: poi per l’atletica si tratta del punto più alto. Le Olimpiadi sono un momento magico; straordinario solo esserci: se poi si riesce a portare a casa una medaglia, è fantastico. Per me successe nel 1996, venivo già da due Olimpiadi, avevo lavorato molto, sentivo che potevo farcela e successe".

Che emozione fu?

"Mah, forse come quando ci si sposa, o quando arriva un figlio. Un’emozione che ti segna la vita".

Lo sport sul lavoro le ha dato una ‘marcia in più’?

"Lo sport ti apre la mente, conosci tante realtà diverse. Il riuscire a sopportare certe tensioni, come le Olimpiadi, aiuta nella vita di tutti i giorni e nel lavoro. Ti

aiuta ad affrontare la quotidianità a testa alta. Per me è stato così, devo molto allo sport e alla polizia".

Un messaggio ai giovani

"Devono sapere che lo sport è fondamentale per crescere e formarsi, per stare bene con se stessi e con gli altri. Al di là delle vittorie e delle medaglie".

Carlo Baroni