Empoli, 6 novembre 2024 -La diversità non è un limite, è un’opportunità. Per Sara Spini, project manager del Consorzio Co&So di Empoli, l’aver assimilato questo concetto è uno dei benefici più importanti acquisiti dai quindici giovani che hanno partecipato al progetto Scart: Socialità, Competenze, Autonomia e Rete Territoriale. A finanziarlo, tramite il bando “Passaggi“ alla sua prima edizione, è stata la Fondazione CR Firenze, con l’obiettivo specifico di promuovere i processi di autonomia dei ragazzi con disabilità intellettiva affinché possano iniziare, già dagli ultimi anni della scuola secondaria di secondo grado, a costruire una rete a supporto della transizione verso la vita adulta. Quattro i progetti vincitori, fra cui, appunto, Scart del consorzio Co&So di Empoli.
Quando avete cominciato a lavorare a questo progetto?
"Abbiamo lavorato nell’Empolese Valdelsa – spiega Sara Spini – negli ultimi due anni. Scart ha coinvolto gli istituti Fermi-Da Vinci di Empoli; l’Enriques di Castelfiorentino e il Checchi di Fucecchio, per un totale di 15 ragazzi, tutti con disabilità intellettiva".
E a livello operativo?
"La caratteristica principale del proteggo Scart è che Co&So ha coinvolto tante cooperative che hanno accumulato grande esperienza in campi diversi, ma tutti legati al tema dell’inclusione. La Giostra e Geos, che storicamente gestiscono servizi di assistenza scolastica, hanno dato vita a un team di educatrici che hanno svolto all’interno del progetto il ruolo di ’job coach’, cioè hanno fatto da ponte con tutto il territorio: dalla scuola ai compagni coetanei, passando per tutta la rete di servizi e opportunità che il territorio mette a disposizione".
Adesso, il progetto a che punto è?
"L’azione che si sta concludendo in queste settimane è l’orientamento per le esperienze extrascolastiche. Per esempio a ’Hub for young’, lo sportello empolese di formazione e orientamento per i giovani. La ricchezza del progetto Scart è proprio nella sua complessità".
Sono molte le cooperative coinvolte...
"Sì. Con il Piccolo Principe sono state fatte esperienze legate allo sport e alla socializzazione nel tempo libero sempre a Empoli, Castello e Fucecchio, mentre con la coop Colori i ragazzi hanno sperimentato il vivere in piena autonomia, dormendo fuori casa per una notte. Con Indaco, hanno fatto due esperienze residenziali: i 15 ragazzi del progetto, insieme a un’altra ventina di studenti delle superiori del territorio, hanno passato 5 giorni e 4 notti in Casentino e poi un intero week-end a Chianni".
Le scuole che ruolo hanno avuto?
"Un ruolo centrale. Hanno organizzato laboratori sulle emozioni e l’autodeterminazione interni agli istituti, grazie alla collaborazione dei docenti di sostegno. Il progetto comprendeva non solo le cooperative, ma la scuola e i servizi territoriali della Società per la salute, oltre alle famiglie. E tutti hanno collaborato al meglio. Stiamo facendo il report finale, con tante interviste a educatrici, genitori, assistenti sociali. Da tutte emerge il forte valore della rete: se tutti i soggetti che compongono la comunità educante lavorano in armonia, le occasioni si creano e i risultati si vedono. Le famiglie hanno evidenziato cambiamenti positivi nei ragazzi in quanto ad autonomia e al capire che la diversità è un valore condiviso con altri ragazzi e ragazze. La diversità è un’opportunità".