"Vogliamo prendere le distanze dal ricorso avanzato da questa associazione. Noi e i discendenti viventi della famiglia di Leonardo non abbiamo niente a che fare con l’organizzazione in questione, nè con la richiesta avanzata. Della quale prendiamo atto, ma che consideriamo assurda: come studiosi, riteniamo che la Gioconda sia della Francia e debba continuare a stare legittimamente al Louvre". Parola di Alessandro Vezzosi (fondatore del Museo Ideale Leonardo Da Vinci e direttore dell’Associazione Leonardo Da Vinci Heritage APS) ed Agnese Sabato (presidente dell’Associazione Leonardo Da Vinci Heritage) a proposito del ricorso avanzato dall’Ong International Restitutions dinanzi al Consiglio di Stato francese per chiederne il passaggio a "eredi" di Leonardo. Un "caso" dagli evidenti tratti surreali e dall’esito giuridico che appare scontato, considerando le altissime probabilità che il Consiglio rigetti il ricorso con un verdetto che dovrebbe essere emesso nelle prossime settimane. In passato altre associazioni avevano già reclamato diritti sull’opera d’arte di Leonardo, ma quest’ultima storia in Francia ha comunque fatto discutere e nelle scorse settimane ha catturato l’interesse dei media transalpini. Proprio la stampa francese ha descritto di recente International Restitutions come un’organizzazione con base nei Pirenei Orientali, composta da circa una decina di esponenti. Nella nota in cui si spiegavano le ragioni del ricorso (ponendo l’accento sul "diritto d’albinaggio" vigente nel ‘500 che, sempre a detta del ricorrente, potrebbe aver permesso al re Francesco I di ottenere la Gioconda) il presidente di International Restitutions, tale Robert Casanovas, aveva citato proprio uno studio realizzato negli scorsi anni da Vezzosi e Sabato, dal quale è emersa l’esistenza di quattordici discendenti del Genio. I due studiosi tuttavia, hanno accusato di fatto la fantomatica associazione francese di aver strumentalizzato il loro lavoro e di aver agito sostanzialmente in autonomia, senza un vero e proprio coinvolgimento e senza aver oltretutto ricevuto un mandato ufficiale da parte dei pronipoti di Leonardo. L’unico tentativo di contatto fra le parti in questione sarebbe stato rappresentato, fanno sapere, da una mail inviata tempo fa dall’associazione transalpina, che non ha però ricevuto risposta. Il Consiglio di Stato dovrà esprimersi, dicevamo. Ma l’iniziativa di International Restitutions non sembra aver affatto raccolto il favore delle altre persone direttamente o indirettamente toccate dalla vicenda.
G.F.