REDAZIONE EMPOLI

Il sale, da stipendio a punizione fino all’abuso

Il sale ha da sempre accompagnato la storia dell’uomo. I Romani avevano le saline di Ostia e da lì, lungo la via Salaria arrivava al porto di Ascoli per essere spedito nei domini dell’est. Al nord invece si attingeva alla città austriaca del sale (Salisburgo o Borgo del sale). Talmente pregiato quindi che spesso i soldati venivano pagati con quote di sale (da cui il termine salario). Il sale era anche un’arma di distruzione di massa. "Carthago delenda est" decretò Catone il Censore dando origine alla terza guerra punica e, una volta sconfitto l’esercito cartaginese, i campi della città furono ricoperti di sale essiccando così qualsiasi coltura e portando a morte per fame la popolazione.

Nel 1815 il papà del Pascoli, fattore della tenuta Torlonia, viene assassinato, come il poeta racconta nella Cavallina storna, da contrabbandieri del sale. Dopo la fine, nel 1974, del monopolio di stato il sale è diventato merce comune a bassissimo prezzo e qui sono iniziati i guai. L’abuso comporta danni notevoli, in primis l’indurimento delle arterie con conseguente aumento della pressione arteriosa e soprattutto una forte ritenzione idrica. Il fabbisogno giornaliero è di 5 grammi al giorno (un cucchiaino) ma purtroppo questa soglia viene sempre superata grazie al sale occulto presente in tantissimi cibi: In primis in salumi e formaggi, nel cibo inscatolato, ma anche in alimenti insospettabili quali pane, biscotti, chewingum e caramelle.