
I partecipanti all'incontro nella sala comunale
Empoli, 10 febbraio 2015 - "A settembre ho perso 500 quintali di uva. Pagherò solo quando Equitalia mi chiamerà". Una rabbia forte e rassegnata. Comune e compatta quanto il rifiuto del pagamento dell’Imu sui terreni agricoli. Questa, in estrema sintesi, la caratteristica della giornata di mobilitazione che le associazioni di categoria degli agricoltori riunite nella sigla Agrinsieme (che comprende Cia, Unione Agricoltori, Lega delle Cooperative, Confcooperative e Agc) hanno indetto oggi, giorno di scadenza del pagamento della tassa stessa. Agli agricoltori in rivolta hanno teso la mano gli amministratori dell’Empolese Valdelsa in un incontro svoltosi nella sala consiliare del Comune.
Il sindaco di Montespertoli Giulio Mangani, che ha la delega all’agricoltura per l’Unione dei Comuni, non ha nascosto le difficoltà che l’Imu ha creato agli amministratori locali. «Abbiamo vissuto l’Imu agricola come un’imposizione – ha detto Mangani – . Il decreto è uscito lo stesso giorno in cui i Comuni non potevano più mettere mano alle aliquote e così non abbiamo potuto fare niente per modificarla. Siamo qui per ribadire che l’agricoltura è strategica per questo territorio e mettere a rischio la sopravvivenza di chi coltiva la terra è pericoloso perché significa l’abbandono dei terreni con conseguenti disastri idrogeologici e deterioramento del paesaggio che tanto piace ai turisti e non solo a loro. Il nostro impegno è portare il governo a rivedere la questione». Quindi una promessa: «Non inaspriremo l’Imu agricola e cercheremo ulteriori risparmi per ridurla».
Il sindaco di Vinci Giuseppe Torchia con delega al bilancio ha aggiunto un dettaglio non da poco: «A livello nazionale ci si aspetta di incassare 350 milioni di euro dall’Imu agricola e a noi chiedono 1,350 milioni, 350.000 euro solo a Montespertoli. Dal pagamento dell’Imu agricola non è detto che si recuperi il gettito tagliato e se si aggiunge questo mancato gettito dell’Imu agricola ai tagli fatti con la legge di stabilitá di circa 4 milioni, si capisce che tali risorse dovremo trovarle all’interno dei nostri bilanci tagliando la spesa».
Filippo Legnaioli, presidente Cia di Firenze e Prato, ha chiarito che «Vogliamo far sentire la nostra voce sull’Imu ma anche dire che senza risposte concrete continueremo la mobilitazione. L’Imu è ingiusta perché colpisce gli agricoltori e non i loro redditi, il nostro mezzo di produzione, non il reddito prodotto. È come far pagare una tassa al parrucchiere sulle sedie su cui si siedono i clienti». Roberto Contarini, presidente dell’Unione provinciale degli agricoltori di Firenze, rincara la dose: «L’Imu spara nel mucchio e chi l’ha voluta non è attento ai bisogni di chi amministra. A settembre ho perso 40 anni di lavoro in 4 minuti. E ora mi chiedono di pagare nuove tasse. Abbiamo chiesto una sospensione e nessuno ci ha ascoltato».