"Cosa avete fatto stamani?". "Abbiamo giocato a Bridge". Non ci sarà da preoccuparsi se alcuni studenti empolesi risponderanno così alla classica domanda dei genitori dopo una giornata di scuola. Nessuna ‘forca’ da parte degli alunni, ma semplicemente l’ingresso del gioco di carte denominato bridge tra le materie didattiche. Il progetto è portato avanti dall’associazione Bridge Empoli con un laboratorio sperimentale alla scuola media Vanghetti dell’istituto comprensivo Empoli Est, grazie alla collaborazione del preside Marco Venturini e della professoressa Maria Lucia Cavarretta oltre che di tutti gli altri insegnanti delle varie discipline, che aderendo a questa iniziativa hanno dato la loro massima disponibilità. Si tratta della prima esperienza simile in assoluto nella nostra regione.
Nell’ambito dei cosiddetti "sport della mente" il Bridge è un gioco che migliora la capacità di concentrazione, la velocità di elaborazione e allo stesso tempo facilita i processi di inclusione, il rispetto delle regole ed il fair play.
"L’età di questi alunni varia dai dodici ai quattordici anni e l’entusiasmo con cui hanno affrontato questi corsi è stato eccezionale e i risultati sono stati superiori a ogni più rosea aspettativa – commenta Mauro Costagli di Bridge Empoli –. L’istruttore federale della nostra associazione Riccardo Morelli, con il preziosissimo aiuto di Sandra Borsini, ha intrapreso un percorso che, nonostante le prime prevedibili difficoltà, si è rivelato pieno di sorprese positive. I ragazzi hanno iniziato a capire i vari meccanismi di questo meraviglioso gioco e si sono impegnati in maniera sempre maggiore, ottenendo risultati sorprendenti per la loro età e per la loro conoscenza del Bridge".
La speranza in casa Bridge Empoli è che questa esperienza possa essere un traino per ulteriori analoghe iniziative anche in altre scuole superiori. "Giocare a Bridge, in ogni periodo della nostra vita, fa bene alla nostra salute mentale – afferma lo stesso Morelli –. I latini dicevano “Mens sana in corpore sano“, noi preferiamo dire invece così: “corpus sanum in mente sana“".
Simone Cioni