IRENE PUCCIONI
Cronaca

Infermiere spiate sotto la doccia. A processo tre tecnici di una ditta: rischiano fino a 4 anni di carcere

La data della prima udienza è fissata per il prossimo 19 febbraio. Sono 69 le "persone offese". L’Asl si costituirà parte civile: "L’azienda è vittima di un comportamento che ha creato un danno"

Le indagini dei carabinieri sono scattate dopo la scoperta della sonda (foto d’archivio)

Le indagini dei carabinieri sono scattate dopo la scoperta della sonda (foto d’archivio)

Empoli (Firenze), 21 settembre 2023 – Si dovranno presentare in tribunale il prossimo 19 febbraio. I tre tecnici di una ditta che ha in appalto la manutenzione degli impianti dell’ospedale San Giuseppe accusati di aver spiato infermiere, dottoresse e operatrici socio sanitarie sotto la doccia, sono stati rinviati a giudizio. I tre, un 41enne di Capraia e Limite, un 36enne di San Miniato e un 57enne di Castelfranco di Sotto, dovranno rispondere di interferenze illecite nella vita privata, più l’aggravante di aver commesso il fatto "per motivi abbietti": un comportamento per il quale rischiano fino a quattro anni di carcere.

I fatti risalgono al maggio di un anno fa. Sono 69 le persone offese, lavoratrici che hanno presentato querela e attendono l’esito del processo. Una quarantina sono seguite dall’avvocato Antonio Rovini altre dalla collega Manuela Montagni. Entrambi fiduciosi che la magistratura ponga giusta attenzione al caso. "Sono lavoratrici, alcune anche madri e mogli, che hanno sofferto moltissimo – sottolinea l’avvocato Montagni – Mi auguro che durante il processo si riconosca questo aspetto. Sono donne che fanno un lavoro particolare, sempre a contatto con persone fragili, e che mai e poi mai avrebbero immaginato di essere spiate a fine di un pesante turno giornaliero mentre si spogliavano. Alcune di loro si sono rivolte a me con gli occhi lucidi".

Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dai carabinieri i tre imputati avrebbero nascosto una microcamera nella fessura di un muro dello spogliatoio femminile dell’ospedale empolese che trasmetteva immagini su uno schermo posto in un locale tecnico dello stesso presidio davanti al quale si sarebbero seduti anche in veste di spettatori. L’attività di indagine ha visto anche l’uso del Dna per cercare tracce biologiche dei sospettati su una piccola sonda di quelle usate per cercare le rotture nei tubi.

E il Dna di uno tre è stato trovato davvero. Nei giorni delle ’riprese’, infermiere, dottoresse e Oss, ignare di tutto sarebbero state spiate ’live’ (la sonda non avrebbe consentito, fortunatamente, la registrazione) completamente svestite, mentre si lavavano a fine turno. È stata una di loro ad accorgersi dell’occhiolino nel muro. L’Asl Toscana centro ha manifestato solidarietà alle lavoratrici e fa sapere che "si costituirà parte civile in quanto vittima di un comportamento non assecondato che ha creato un danno e quindi per fare valere il proprio interesse e quello del personale".