IRENE PUCCIONI
Cronaca

Parlare con l’Inps? Una missione impossibile

Abbiamo fatto un test per vedere se è possibile contattare l’istituto di previdenza per informazioni: un’ora e 40 di attesa e nulla di fatto

Una sede Inps (Ansa)

Empoli, 25 giugno 2020 - Un’ora e quaranta minuti. Durante i quali, chi scrive, ha avuto il tempo di apparecchiare e cucinare per sé e per la propria figlia, pranzare, fare una lavatrice e scrive un pezzo per il giornale. Il tutto con una voce metallica in sottofondo: "Le nostre linee sono momentaneamente occupate, siete pregati di attendere". D’accordo che l’attesa aumenta il desiderio, ma l’Inps un po’ se ne approfitta. Ieri, in un ‘normale’ giorno feriale post-Covid19, ho provato a mettermi in contatto con l’istituto di previdenza che, in questa pandemia, tutto eroga: dai bonus babysitting ai bonus vacanze, alle indennità per lavoratori autonomi, subordinati e parasubordinati, oltre ai tradizionali servizi (pensioni, domande di disoccupazione, reddito di cittadinanza…). Risultato? Nessuno. Anzi sì, la batteria del mio cellulare alla fine si è scaricata interrompendo all’improvviso quel mantra burocratico cui mi ero abituata. Del resto, telefono o mail, sono le uniche modalità con cui, per adesso, è possibile contattare l’Inps. Il cartello affisso alla porta a vetri della sede di via Amendola a Empoli parla chiaro: "L’accesso dell’utenza agli sportelli della sede e agenzie è sospeso fino a nuove disposizioni". E quindi? Bisognerà farsene una ragione e provare a seguire le ‘istruzioni’ sempre indicate nello stampato all’ingresso e sul portale internet dell’ente. "Tutti i servizi informativi saranno integralmente assicurati attraverso il servizio di sportello telefonico provinciale, chiamando il numero 0554975400, attivo dalle 8.30 alle 16.30, dal lunedì al venerdì". La mia era proprio una richiesta di informazioni. Nello specifico, avrei voluto sapere come ottenere il bonus centri estivi per mia figlia, così come previsto dalla modifica del decreto ‘rilancio’ dello scorso 19 maggio. Un contributo fino a 1.200 euro nel caso di lavoratori dipendenti del settore privato, di lavoratori iscritti in via esclusiva alla gestione separata e di lavoratori autonomi. Un aiuto davvero niente male. Peccato che dopo un’ora e quaranta minuti non sia stata in grado di parlare con alcun operatore. Certi centralini alleviamo l’attesa dell’utente informandolo di quante persone sono davanti.

L’Inps no, ti lascia in sospeso e basta. Neppure il ‘giochino’ del ‘digita il tasto 1 per accedere al quel servizio o il tasto 2 per quell’altro servizio’. "Siete pregati di attendere", stop. Per quanto? Fino a quando non sei stufo di attendere. O fino a quanto regge la batteria, appunto. Diranno i lettori: avresti potuto scrivere una mail. Fatto. Dopo cinque ore dall’invio, ecco la risposta. Con gioia e con un po’ di stupore ho letto tutto il lunghissimo testo contente norme, leggi, e solo in fondo un link (www.inps.it) generico dove, cliccando, avrei trovato il modo di presentare la domanda per il bonus. Vado, trovo la voce ‘bonus centri estivi’. Ci sono, penso. E no: "Per saperne di più e comprendere come compilare correttamente la domanda, scarica il tutorial, prima di accedere al servizio". Scarico. "Operazione non riuscita". Oh no.

Finale della storia: alla fine sono riuscita a inoltrare la domanda, ma solo perché ho qualche nozione pratica di come si naviga sui portali della pubblica amministrazione e sono fornita di tutti i pin e le password che il portale, passo dopo passo, chiede all’utente per procedere. Non tutti però possiedono le ‘chiavi’ digitali e la bussola per orientarsi. Ecco perché la maggior parte si rivolge agli sportelli fisici o vorrebbe parlare con una voce ‘amica’. Morale: la digitalizzazione è bella, ma non ci vivrei (a lungo).

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