Inquinamento e antenne: "In crescita ovunque.... Difendiamo il territorio"

Lettera di Legambiente ai sindaci della zona: "L’attenzione è alta fra la gente". Da qui l’appello per una revisione più avanzata dei regolamenti comunali.

Inquinamento e antenne: "In crescita ovunque.... Difendiamo il territorio"

Inquinamento e antenne: "In crescita ovunque.... Difendiamo il territorio"

"Inquinamento elettromagnetico crescente e invadenza delle Srb di telefonia mobile ovvero stazione radio base". Legambiente ha scritto ai sindaci di Empoli e dell’Empolese Valdelsa. Quali le richieste? "Sottolineiamo in particolare, l’approccio multifattoriale, ossia l’intreccio esistente tra fattori inquinanti diversi, chimici e fisici, per spiegare le nuove malattie in crescita in particolare al sistema nervoso, endocrino, riproduttivo. Le ricerche hanno già rilevato danni certi alla salute pubblica di numerosi composti chimici artificiali a cui siamo esposti". Secondo Legambiente "la crescita esponenziale del numero di Srb, in spregio a qualunque principio estetico paesaggistico, accompagnato dalla prospettiva di un’esposizione in crescente alle onde elettromagnetiche della popolazione, sta aumentando l’attenzione pubblica al tema, a partire dalle persone elettrosensibili o portatori di pacemaker e da coloro che si vedono sorgere grandi antenne davanti alle finestre di casa".

La crescente resistenza della cittadinanza alle nuove installazioni di Srb è

indispensabile – per Legambiente – "per un reale progresso tecnico ed impiantistico, che non si misura sui risparmi e i profitti che le imprese di telefonia realizzano grazie alle liberalizzazioni, ma sulla capacità di ridurre gli impatti ambientali, in questo ed in altri ambiti". L’associazione ambientalista ricorda, nella lettera ai sidbaci, come in Liguria e in Trentino-Alto Adige "numerosi sindaci, sollecitati dalle pressioni dal basso si sono fatti parte attiva per azioni di resistenza all’invasione delle antenne sul territorio. Gli stessi sindaci si sono anche spesi per un ritorno a limiti precedenti al decreto Monti del 2012, stabiliti dal codice delle telecomunicazioni nel 2003. "Nell’impostazione originaria lo sviluppo tecnologico delle telecomunicazioni si muoveva su questi due binari di precauzione – si legge ancora –. Viceversa, per consentire risparmi e facilitazioni alle compagnie i sei minuti sono diventati 24 ore nel 2012 e i 6 v/m sono diventati 15 quest’anno. La norma che ora è in itinere al Senato consente alle compagnie telefoniche di scavalcare l’autorizzazione comunale, per evitare proprio le azioni di resistenza dei sindaci".

E conclude: "Certamente vi chiediamo anche, nei prossimi mesi, una revisione più avanzata dei regolamenti comunali per la telefonia mobile e campagne di sensibilizzazione orientate alla riduzione dell’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici".