Rivoluzione nazionale da gennaio. Per la verifica della situazione di invalidità le Commissioni mediche saranno accentrate alla sede Inps di Firenze e non più distribuite in maniera capillare nelle sedi Asl. Che cosa cambia? "Persone oggettivamente fragili che potevano rivolgersi agli sportelli locali dovranno invece sobbarcarsi un ’viaggio’ non agevole". È il timore espresso dalla Cgil, tramite una nota a firma di Giancarla Casini (Cgil Firenze), Mirella Dato (Fp Cgil Firenze) ed Emio Fabbri (Inca Firenze). Si tratta dell’ultima riforma in merito, che invero prevede anche passaggi online che dovrebbero agevolare le pratiche, ma ciò non abbassano la temperatura della preoccupazione: il via sperimentale tra qualche giorno in nove province italiane, tra cui Firenze.
Pur condividendo l’impianto della riforma, il sindacato denuncia "gravi criticità che rischiano di compromettere l’efficacia e l’accessibilità dei servizi per le persone con disabilità, per loro stessa natura fragili di fronte alle maglie della burocrazia italiana". In particolare, la Cgil sottolinea l’assenza di decreti attuativi: a pochi giorni ormai dall’avvio della riforma, infatti, mancano ancora indicazioni nel dettaglio circa le modalità operative della riforma. Ad oggi, persone fragili che potevano contare sulle Commissioni mediche a Empoli e in altre sedi Asl vicine dovranno quindi muoversi per decine di chilometri. "Questa lacuna – sottolinea la Cgil – genera incertezza e confusione tanto tra gli operatori del settore, a partire dall’Inps stesso, per arrivare agli istituti di patronato, quanto soprattutto tra gli stessi cittadini che ne sono direttamente interessati. Quel che è certo, è la perdita di capillarità territoriale: l’accentramento delle commissioni mediche presso le sedi Inps rappresenta, ad oggi, un grave arretramento rispetto alle possibilità di accesso concesse dall’attuale sistema".
Dal punto di vista pratico, si potrà andare alla sede fiorentina e al massimo in altre due ma non così decentrate: Sesto Fiorentino e via Modigliani all’Isolotto. "Ci chiediamo – afferma difatti la Cgil – come potranno affrontare le difficoltà di spostamento i cittadini residenti nelle altre zone come il Mugello, l’Empolese Valdelsa, il Valdarno Valdisieve e il Chianti. Come sappiamo si tratta di persone con disabilità che insieme alle loro famiglie, soprattutto per chi risiede in zone periferiche e montane dovranno affrontare un’enorme difficoltà. Per questo avremmo voluto che la sperimentazione non venisse affrontata con un approccio meramente burocratico". Questa scelta, imposta dalle "giuste normative che individuano i criteri architettonici e sanitari delle sedi dove le Commissione valutative opereranno, e che ci auguriamo venga sanata quanto prima", però penalizza l’accessibilità ai servizi e rischia di creare nuove barriere, anziché abbatterle.
"L’operato del Governo così impostato, in questa fase sperimentale che investe l’Area Metropolitana Fiorentina, rischia di allontanarsi dagli obiettivi di inclusione e di piena partecipazione sociale delle persone con disabilità che la riforma stessa propugna – insiste il sindacato –: l’accentramento dei servizi, la mancanza di fondi e di personale medico e non, assieme all’incertezza normativa rischiano di tradursi in un peggioramento concreto delle condizioni di vita di quegli stessi soggetti che la legge dovrebbe tutelare". La situazione, così come segnalata dalla Cgil, è ora anche al vaglio di associazioni che si occupano di persone con disabilità.
Andrea Ciappi