Etichette rImovibili e totalmente riciclabili per il riuso delle bottiglie di plastica non esistevano ancora sul mercato. Sono adesso disponibili grazie al progetto EcoReLabel, sviluppato dall’empolese Irplast. Grazie al bando regionale vinto dalla azienda del Terrafino è stato possibile mettere a punto una tecnologia a basso impatto ambientale per la separazione delle fascette adesive dal contenitore in pet (polietilene tereftalato), che consentirà di poter recuperare i materiali per riciclarli e riutilizzarli fino a dieci volte.
Il risultato di un anno e mezzo di ricerca e test effettuati nella filiera di recupero in Brasile (in Europa il processo di lavaggio e riutilizzo di bottiglie di plastica non è ancora diffuso come in Sudamerica) è stato presentato nella sede produttiva empolese in occasione dei suoi 40 anni dell’attività. Irplast conta anche due stabilimenti produttivi in Abruzzo. Presenti all’incontro nell’azienda guidata dall’ad Fausto Cosi, anche l’assessore regionale alle attività produttive Stefano Ciuoffo, il consigliere regionale Enrico Sostegni e l’assessore di Empoli Antonio Ponzo Pellegrini. Il progetto, valore tre milioni di euro, ha visto coinvolte tre aziende con Irplast capofila. Le altre due sono Lmpe, start-up che si occupa di sviluppo di materiali polimerici, e Novis, specializzata nella produzione di pigmenti, coloranti e miscele. Hanno inoltre partecipato tre centri di ricerca toscani: Istituto per i processi chimico-fisici del Cnr, PetLab dell’Università di Firenze e Istituto di Management del S.Anna di Pisa.
L’emergenza Covid19, purtroppo, ha frenato il maxi ordinativo in partenza per il mercato brasiliano. Tuttavia, precisano dal ‘quartier generale’ empolese, la pandemia non ha prodotto effetti negativi su organico e produzione. "Qualche timore – dice l’ad – ce l’abbiamo per il prossimo autunno poiché esportiamo il 75% in Stati Uniti e Sudamerica, due aree dove ancora i numeri sui contagi sono molto alti". Irplast ha aperto le porte a un fondo d’investimento inglese che "permetterà nuovi investimenti". L’azienda – 380 addetti su tutti e tre gli stabilimenti e quasi 100 milioni di fatturato annui – è anche costantemente alla ricerca di figure professionali: "Abbiamo bisogno di periti e ingegneri – spiega Claudia Fabiani responsabile delle risorse umane –. Gli interessati possono presentare la propria candidatura o verificare le posizioni aperte sul sito dell’azienda".
Irene Puccioni© RIPRODUZIONE RISERVATA