ALESSANDRO PISTOLESI
Cronaca

Arisa cerca sposo ’sano’. La risposta di Melio: "Amore e disabilità? Ancora troppi tabù"

L’attivista ed esponente dem invia la sua candidatura alla cantante. Un fiume di commenti sui social rilanciano la proposta di nozze: "Serve una riflessione profonda sul giusto uso delle parole"

Jacopo Melio

Empoli, 5 settembre 2023 – Una proposta di matrimonio per dimostrare che anche in amore le barriere non esistono. Che poi, alla fine, si è fragili tutti allo stesso modo. Perché ogni realazione affettiva ha i suoi problemi, i suoi alti e i suoi bassi, e figuriamoci se la disabilità può essere un ostacolo. Iacopo Melio usa l’ironia graffiante per mandare un messaggio serio e profondo.

Il destinatario? Arisa che pochi giorni fa aveva lanciato un appello via social per trovare marito. "Lo voglio sanissimo", aveva scritto tra le altre cose la cantante.

L’attivista per i diritti umani e civili, nonché consigliere regionale del Pd, non ha perso tempo e ha inviato subito la sua candidatura via mail all’indirizzo indicato. Ma le sue parole sono rivolte a tutti, non solo ad Arisa, e invocano una società più inclusiva, dove le parole vengono usate con cura e non feriscono nessuno. Sì, perché quel “sanissimo” è un "filino abilista e offensivo", scrive Melio sui social.

E allora ecco la proposta: "Oltre ad avere un bel lavoro ho anche la 104, perciò anche se ho le cartella clinica di un 60enne posso offrire tutti i benefit del caso: pensione di invalidità, parcheggi riservati vicino a negozi, ristoranti... Carrozzina per portarti quando sarai stanca, infinita pazienza se vorrai fare shopping (tanto sto seduto), concerti gratuiti... E molto altro. Scrivimi che facciamo il matrimonio del secolo".

Arisa non ha risposto ma il messaggio ha fatto il giro dei social e ha spinto a riflettere su temi più che mai attuali.

"Ammetto, inizialmente ho dato il giusto peso a quel post, pensando fosse una provocazione, una frecciatina verso esperienze passate, e tutt’ora continuo a prenderlo per quel che è, serio o ironico che sia – commenta Melio –. Premetto infatti che ogni persona ha assolutamente il diritto di fare della propria vita e del proprio corpo ciò che vuole, così come di cercarsi il partner che preferisce. Dopo però ho voluto cogliere l’occasione per una riflessione più ampia su quanto le parole siano importanti, e su come un “sanissimo” scritto anche per gioco possa alimentare problemi sociali e culturali".

La risposta di Melio alla cantante ha fatto il giro dei social e in tanti hanno condiviso e rilanciato il suo pensiero. "La tua ironia è unica, perché dietro ci sono intelligenza ed empatia. Grazie dei sorrisi Iacopo", scrive Paola. E come lei tanti altri. Un fiume di commenti tra cui c’è anche chi si candida a sua volta per sposare Melio.

«Basterebbe educare le persone, già da piccole, all’empatia e a vedere le persone per quel che sono davvero – continua l’esponente dem –. La disabilità è una mera caratteristica insieme a mille altre che compongono una persona, non la persona stessa: io non “sono” la mia carrozzina o soltanto le mie difficoltà, perciò nelle relazioni, così come nel lavoro o in altri ambiti, occorre guardare oltre, ma questo ancora non lo si riesce pienamente a fare. Un disabile può dare e ricevere amore o piacere come un normodotato, ecco che in una relazione (seria o leggera che sia, perché no) la disabilità talvolta appare ancora un problema, ma se ci pensiamo quale relazione non ne ha?".

Diritto ad amare dunque, a scoprire il proprio corpo e il proprio piacere. Temi per cui Melio si batte da tempo. "Stiamo costruendo a livello nazionale una proposta di legge insieme all’amico e collega deputato Marco Furfaro – spiega –. Qui però si parla di altro rispetto ai temi affrontati nella risposta ad Arisa: di diritto alla scoperta del proprio corpo e del proprio piacere, ma soprattutto di “educazione” per chi ha una disabilità cognitiva o difficoltà fisiche molto gravi, persone che devono quindi imparare a gestirsi in autonomia per far sì che certi istinti, naturalissimi, non diventino un problema anche per il contesto familiare, che spesso non sa come gestire certe situazioni".

Su questi temi però il nostro Paese sembra arrivare già in ritardo. "Credo che l’Italia, su questo fronte, sia molto indietro rispetto ad altri Paesi, ad esempio del nord Europa dove c’è un’apertura mentale decisamente maggiore – osserva Melio –. Basti pensare a come la destra abbia proposto il ministero “Della disabilità e della famiglia”, concetto assai dannoso perché continua ad accostare il disabile al nucleo familiare d’origine anziché considerarlo come indipendente, infantilizzandolo e quindi ponendolo distante da certi temi legati all’emancipazione personale". I tabù da infrangere all’interno della società sono ancora tanti. "I disabili sono prima di tutto delle “persone” – conclude Melio –. Quando questo concetto diventerà scontato, paradossalmente la disabilità scomparirà quasi ai nostri occhi".