REDAZIONE EMPOLI

Keu, veleni e paure. Il comitato a Giani:: "Temiamo per la falda. Chiarezza sulle analisi"

Nella sua relazione il procuratore parlava di "risultati preoccupanti". L’assemblea permanente intercetta il governatore toscano in Comune. "Ci sentiamo abbandonati, da ormai un anno non riceviamo i dati Arpat". .

Keu, veleni e paure. Il comitato a Giani:: "Temiamo per la falda. Chiarezza sulle analisi"

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Risposte precise e più chiarezza sulle analisi che riguardano il keu. Sono le richieste avanzate dall’assemblea permanente No keu che ha intercettato il presidente della Toscana Eugenio Giani mercoledì sera in occasione del consiglio comunale aperto sulla questione del raddoppio ferroviario Empoli-Granaiolo. All’uscita del consiglio il governatore viene avvicinato dai membri del comitato di cittadini residenti nelle aree coinvolte dall’inchiesta. A distanza di due mesi nessuno aveva ancora chiarito loro le parole del procuratore generale della Repubblica Ettore Squillace Greco pronunciate durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario e poi riportate dalla stampa, secondo cui erano emersi "preoccupanti risultati delle analisi delle acque di falda".

I membri del comitato esprimono le loro preoccupazioni a Giani che risponde: "Non ho quelle dichiarazioni, non mi sembra si riferisca a questo". Il presidente "è sembrato quasi sorpreso, ma pacatamente ha detto si sarebbe informato", racconta un membro del comitato. In quel momento interviene anche la sindaca Brenda Barnini: "Se ci fossero dati dove c’è certificato l’inquinamento della falda acquifera secondo lei io ero qui a risponderle così serenamente?". Il comitato lamenta anche di non ricevere più informazioni da Arpat sui pozzi dall’agosto 2022, nonostante le richieste inviate per mail e Pec: "Ci sentiamo abbandonati – dicono a Giani – da ormai un anno non riceviamo i dati Arpat, è possibile avere un riscontro?".

La scena è stata ripresa da un cellulare e postata sulla pagina Fb del comitato, facendo scoppiare un piccolo caso tra cronaca e politica. Postando il video il comitato chiede che "vengano resi pubblici i risultati dei controlli che Arpat ha garantito avrebbe fatto ogni tre mesi e riscontri documentati rispetto a quanto riporta la relazione della Procura". La miccia è stata accesa da una serie di eventi, da mettere accuratamente in fila. Nella relazione della procura il riferimento è chiaro ma non si entra nel dettaglio né del luogo delle indagini (si parla infatti di "distretto conciario tra le provincie di Pisa e di Firenze") né della tipologia di dati raccolti, perché nulla era stato detto su cosa si intendesse per "preoccupanti risultati". Inoltre, gli ultimi dati ufficiali di Arpat risalgono tutt’oggi a settembre 2023, mentre non sono stati ancora pubblicati i risultati di ulteriori analisi che erano state fatte nei mesi successivi. Proprio questo ‘vuoto’ di comunicazione messo di fianco a quelle parole sui "preoccupanti risultati" di gennaio, hanno alimentato le paure.

Secondo quanto è stato possibile ricostruire, il procuratore generale sembra si stesse riferendo ad alcune analisi riguardanti il territorio del Pisano, e non alla 429. Inoltre, sempre secondo quanto appreso, alcune analisi Arpat a novembre non riporterebbero valori critici per il territorio dell’Empolese Valdelsa, e non sarebbero state ancora pubblicate per motivi legati alle indagini. La sindaca, quindi, non era tenuta a intervenire in alcun modo. Resta però la paura dei residenti che chiedono rassicurazioni: "Non stavamo insinuando – precisa Dario Mainardi del comitato – che il Comune ci tenesse nascosto qualcosa, ma chiedevamo riscontri sulle dichiarazioni dell’autorità giudiziaria. Anzi, abbiamo anche voluto ringraziare Giani per aver mantenuto la promessa del nuovo acquedotto. Per noi è stato un calvario, cucinavamo e ci lavavamo i denti con l’acqua minerale. Ma l’acqua dei pozzi ci serve, cosa facciamo, smettiamo di irrigare i campi? La preoccupazione è tanta. Basta un telo a proteggerci? Sono ormai più di 5 anni che quel materiale è stato messo lì, bisogna bonificare e rimuovere tutto. È un’indecenza". Le preoccupazioni per la salute, quindi, ma anche economiche perché "gli immobili sono svalutati" e "chi vuol comprare casa vicino a una discarica abusiva?".

Giovanni Mennillo