REDAZIONE EMPOLI

La aziende tengono botta. Ma soffre l’artigianato: "Un campanello d’allarme"

Sono 16.380 le imprese attive al terzo trimestre del 2024: il dato è in aumento. Bianchi (Cna): "Si uniformino oneri e tasse per ridurre la burocrazia".

L’artigianato soffre, la moda traballa. Ma nel complesso il tessuto economico dell’Empolese Valdelsa tiene botta, stringe i denti. Sopravvive. Secondo i dati elaborati da Cna Empolese Valdelsa sulla base delle informazioni rese note dalla Camera di Commercio, sono 16.380 le imprese attive nel nostro territorio al terzo trimestre del 2024. Niente emorragia, il tessuto sembra reggere l’urto nonostante tutto. Il numero infatti è stabile rispetto a un anno fa e addirittura in crescita, seppure lieve, se confrontato al primo trimestre di quest’anno (+0,6%). Certo è che servirà un’analisi più ad ampio raggio per osservare gli effetti concreti della crisi attuale. I settori trainanti si confermano commercio e pubblici esercizi, che rappresentano il 29% delle imprese attive, seguiti a ruota dai servizi (27%), dal manifatturiero (18%), dalle costruzioni (15%) e dall’agricoltura (11%).

Le imprese guidate da stranieri costituiscono il 18,7% del totale, mentre quelle giovanili si attestano al 7,4%. Nell’Empolese le imprese rosa hanno un peso fondamentale, più che altrove: è notevole infatti il dato delle aziende femminili, che raggiunge il 24,6%, oltre due punti percentuali sopra la media provinciale, confermando il ruolo significativo delle donne nel panorama economico locale.

L’artigianato registra una contrazione dell’1,4% rispetto al 2023, un dato più preoccupante rispetto al calo medio provinciale registrato dal comparto (-0,9%). Tuttavia rispetto al primo trimestre 2024, l’artigianato mostra una sostanziale stabilità (-0,2%), rendendo plausibile l’ipotesi di una possibile frenata nella contrazione. Nella suddivisione geografica delle imprese, Empoli fa la parte del leone con il 29,5%, segue Fucecchio (14%), chiude il podio Castelfiorentino (10%). Poco più sotto si trovano Certaldo e Vinci (9%) e poi ancora Montespertoli (7,5%) e Montelupo (7%). Chiudono la classifica Cerreto Guidi (6%), Capraia e Limite, Gambassi Terme (3%) e Montaione (2%).

"Questi dati confermano la capacità del sistema imprenditoriale dell’Empolese Valdelsa di affrontare le difficoltà del contesto economico generale, ma non possiamo fermarci a osservare i numeri – commenta Fabio Bianchi, presidente Cna Empolese Valdelsa –. È fondamentale continuare a investire in formazione, innovazione e politiche di supporto per garantire un futuro solido alla nostra economia locale". Una riflessione a parte la merita il trend dell’artigianato. "L’andamento negativo è un campanello d’allarme che richiede risposte concrete e condivise da parte di tutti i livelli istituzionali – continua il rappresentante degli artigiani –. Le amministrazioni comunali, ad esempio, possono fare la loro parte modernizzando le aree industriali e artigianali, uniformando oneri e tasse, riducendo la burocrazia e introducendo agevolazioni fiscali mirate per le nuove imprese. È indispensabile, inoltre, intervenire per mettere in sicurezza il nostro territorio, sempre più fragile".

La questione più impellente riguarda il settore moda "che già dal 2023 mostra segnali preoccupanti", osserva Bianchi. "Cna ha portato il tema all’attenzione dei decisori pubblici, ottenendo recentemente l’aumento della cassa integrazione in deroga – conclude –. Tuttavia, questa misura da sola non basta. Occorrono anche moratorie e sospensioni sui debiti bancari, simili a quelli adottati durante il periodo del Covid. Solo attraverso un’azione decisa e coordinata possiamo sostenere il rilancio di questo comparto che è strategico per l’intera economia locale".

Alessandro Pistolesi