REDAZIONE EMPOLI

La crisi del conciario. Adesso è bufera politica: "Basta strumentalizzare"

A rischio 1.800 posti di lavoro nella filiera della pelle. E s’infiamma il dibattito. Meini (Lega): "Più che parlare in ordine sparso muoviamoci in modo sinergico".

Toni sempre più accesi nel dibattito politico con al centro il tema della crisi che sta attraversando la filiera della moda

Toni sempre più accesi nel dibattito politico con al centro il tema della crisi che sta attraversando la filiera della moda

Un duello intorno alla crisi. Centrodestra e centrosinistra restano su posizioni lontane sul tema del momento durissimo del settore della moda che sta investendo la filiera della pelle del Comprensorio del Cuoio: una congiuntura costata già circa 200 posti di lavoro nel Valdarno che, secondo i sindacati, sono solo l’antipasto di un ciclone che potrebbe abbattersi sulle aziende da qui a fine anno.

Secondo la Cgil la filiera della pelle potrebbe perdere il 30% della forza lavoro, ovvero 1.800 posti. Intanto centrosinistra e centrodestra, appunto, nel Comprensorio, proseguono con iniziative separate per parlare della crisi e incontrare gli imprenditori. Anche con polemiche fra le diverse formazioni. "Purtroppo, è ormai palese che una generale crisi della moda abbia colpito pure il settore conciario e calzaturiero – attacca Elena Meini, capogruppo in consiglio regionale della Lega –. Di fronte a difficoltà sempre più crescenti, posti di lavoro a rischio e aziende che chiudono, troviamo stucchevole il proliferarsi di convegni e incontri, scambi di accuse, interrogazioni parlamentari che vengono apparecchiati ad arte per fare una classica quanto improduttiva propaganda di parte". "Ecco, alla Lega e alla sottoscritta non piacciono questi metodi che sono una sorta di “fiera delle vanità – prosegue Meini – ma riteniamo, invece, doveroso e veramente costruttivo unire le forze, a tutti i livelli istituzionali e aiutare davvero questo comparto che è vitale per l’intera zona".

E poi ancora: "Più che parlare in ordine sparso, magari vantandosi del nulla, muoviamoci, dunque, con serietà e in modo sinergico per il bene dei lavoratori e delle aziende; non sorprendiamoci, dunque, se, poi, con gli atteggiamenti sopra descritti, i cittadini si allontanino sempre più dalla politica - conclude Meini –. Noi ci siamo e ci auguriamo che questo appello a una vera unità d’intenti possa essere tempestivamente raccolto; non è più tempo di dibattiti, ma di fatti concreti". All’inizio di ottobre, tuttavia, i sindaci di tutti i Comuni interessati al conciario hanno incontrato a Roma il ministro Urso per fare il punto e chiedere quelle misure urgenti che possano aiutare il comparto e restare in piedi, tutelando i posti di lavoro e le professionalità, in attesa della ripartenza. Che non sarà prima della primavera 2025.

C. B.